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Published on Febbraio 28th, 2013 | by sally

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Mauro Pagani per la colonna sonora di “Educazione siberiana”

Da oggi arriva al cinema “Educazione siberiana“, il nuovo lavoro di Gabriele Salvatores, un film molto importante per il quale il regista ha “reclutato” John Malkovich, insieme a Peter Stormare ed Eleanor Tomlinson. Il film nasce dal romanzo di Nicolai Lilin. Classe 1980, lo scrittore ha origini siberiane ed ha scritto già diversi libri ottenendo ottime critiche, tra cui quelle di Roberto Saviano. “Educazione siberiana” è il suo libro d’esordio: ambientato in Transinistria, racconta la sua infanzia e l’adolescenza vissute all’interno della comunità criminale siberiana che si era stanziata in quella zona. In questi anni abbiamo visto spesso in tv Nicolai Lilin a parlare dei suoi libri e della sua vita, la Cattleya ha deciso di portare la sua opera sul grande schermo, proprio con Gabriele Salvatores alla regia.

Della colonna sonora di “Educazione siberiana” invece se ne occupa Mauro Pagani, visto di recente a Sanremo 2013, che parlando delle colonne sonore cinematografiche ha dichiarato:

Lavorare sulle colonne sonore è meraviglioso e contemporaneamente molto complicato perchè ormai negli anni si sono sperimentate e ascoltate diverse possibilità di accostamenti tra musiche e immagini, alcune che evidenziano sentimenti simili e altre che propongono contrasti netti, Kubrick insegna.

Mauro Pagani

Mauro Pagani

Il musicista, produttore e scrittore, ha poi parlato del film di Salvatores:

Questo film mi è piaciuto moltissimo rappresenta un nuovo corso per Gabriele, con un team di lavoro completamente nuovo a 360°, il che in qualche modo gli ha permesso di spaziare, di volare in dimensioni un po’ diverse dal suo percorso sul viaggio. Educazione Siberiana sa mantenere un bellissimo incanto narrativo pur essendo molto duro in alcuni passaggi.

Arrivato alla quarta collaborazione con Gabriele Salvatores, Mauro Pagani ha raccontato di come ha preparato la colonna sonora di “Educazione siberiana“, senza tralasciare il libro di Lilin, rimasto sempre in primo piano:

Quando lavori su un film hai a che fare con una creatura in movimento che in qualche modo nasce insieme a te e devi essere preparato a cambiare punti di vista. In questo caso, ho cominciato con il leggere il romanzo di Lilin a cui è ispirato il film. Naturalmente quando leggi un libro ti crei un tuo film in testa – anche se non devi fare una colonna sonora! – dai delle facce ai personaggi, ti fai un’idea del passo narrativo di ognuno dei personaggi che si muovono all’interno del romanzo. Quando cominci a ricevere le prime scene girate ti trovi di fronte a un cast che a volte coincide con le tue previsioni, a volte non coincide affatto e vedi esattamente come gli attori recitano, come sono stati guidati dal regista, le espressioni che usano: è dunque solo quando sovrapponi il girato vero e proprio con quello che hai immaginato che ti rendi conto di velocità e tempi, se sei stato per esempio troppo melodrammatico su un’espressione che non lo richiede; allora si asciuga, si aiuta con la stesura musicale a far venir fuori un côté sentimentale. Chiunque fa cinema sa che si capisce se un film è venuto bene solo l’ultimo giorno di montaggio e le varie possibili combinazioni cambiano anche il ritmo della musica che si scrive. È un lavoro complesso ma molto divertente.

 

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