Recensioni ruggineeossa

Published on Giugno 17th, 2012 | by Marco Valerio

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Ruggine e ossa: la recensione

Ruggine e ossa: la recensione Marco Valerio
Voto CineZapping

Summary:

3

Buon Film


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Alì (Matthias Schoenaerts) è senza casa e senza lavoro. Con il figlioletto Sam si trasferisce dalla sorella, che non vede da cinque anni. Anche grazie a lei, trova impiego come buttafuori in un locale notturno.

Qui presta soccorso a Stephanie (Marion Cotillard), una bellissima donna coinvolta in una rissa. Stephanie è un’istruttrice di orche e durante un’esibizione di routine subisce un gravissimo incidente. La conclusione è tragica e a Stephanie vengono amputate entrambe le gambe.

Stephanie si scopre sostanzialmente sola, sembra rifiutare qualsiasi aiuto e autoescludersi da qualsiasi nuova prospettiva di vita, ma trova, sorprendentemente, in Alì una figura con cui pare disposta ad aprirsi. Nasce così uno strano rapporto di amicizia tra i due: Stephanie sembra infatti fidarsi molto di più del semisconosciuto Alì che non dei propri amici e parenti e vive questo rapporto come un passo decisivo verso la possibilità di un nuovo inizio; dal conto proprio Alì non si aspetta nulla da questa relazione, la vive con faciloneria e leggerezza, quanto meno in apparenza.

“Ruggine e ossa” è un melò proletario che racconta l’incontro tra due persone con diversi problemi in campo sentimentale. Alì è sostanzialmente anaffettivo, incapace di creare o consolidare rapporti che non siano occasionali o comunque scevri da qualsiasi prospettiva di impegno serio. Stephanie pare avere un talento innato nello scegliersi partner sbagliati e inaffidabili.

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Marion Cotillard in Ruggine e ossa

I due protagonisti di “Ruggine e ossa” sono entrambi segnati nel corpo e accomunati da un’incapacità di esprimere i propri sentimenti più evidente e immediata nella brutalità e nell’atteggiamento superficiale di Alì, ma di egual forza nei silenzi e negli sguardi persi di Stephanie.

Con “Ruggine e ossa”, Jacques Audiard porta sul grande schermo la raccolta di racconti dell’autore americano Craig Davidson e narra una storia d’amore sostanzialmente priva di reali sentimenti d’affetto. L’amicizia tra Alì e Stephanie si trasforma rapidamente in un rapporto carnale a dir poco anomalo, perché a incontrarsi sono due corpi martoriati e latori di una sofferenza esistenziale più grande. Proprio grazie al confronto fisico i due personaggi riescono a conoscersi meglio, a vagliare le possibilità di un coinvolgimento emotivo che al tempo stesso desiderano e rifuggono costantemente.

Ma “Ruggine e ossa” è anche il racconto di una lotta contro i propri limiti, legata alla necessità di un riscatto vitale e ad una ridefinizione di sé stessi e del proprio ruolo nella vita di tutti i giorni.

Il film di Jacques Audiard denota però fin dalle primissime inquadrature una certa programmaticità (quando vediamo per la prima volta Marion Cotillard, vediamo proprio quelle gambe che in meno di dieci minuti finirà col perdere e che caratterizzeranno tutto il suo personaggio), uno schematismo narrativo e visivo piuttosto banale, privo di qualsiasi guizzo o invenzione che possa rendere la storia realmente avvincente e convincente.

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Matthias Schoenaerts e Marion Cotillard in Ruggine e ossa

Gli spunti di riflessione e interesse a “Ruggine e ossa” non mancano, ma finiscono per passare in secondo piano rispetto alla componente melodrammatica che prende il sopravvento e si protrae eccessivamente, mostrando a tratti un respiro decisamente corto.

Certo, il tocco da grande regista Audiard lo conserva, regala alcune immagini di rara bellezza e di grande impatto visivo e valorizza al meglio la sua coppia di protagonisti, ma la sensazione di fondo è che questo “Ruggine e ossa” sia un prodotto eccessivamente studiato, meditato e poco viscerale, costruito talmente alla perfezione da risultare artefatto. Ben confezionato, ma privo di quel quid che possa scaldare veramente il cuore e eliminare l’amaro in bocca che si percepisce di fronte ad un’opera manieristica e poco ispirata.

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