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Published on Luglio 21st, 2015 | by Alessandro Testa

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Wayward Pines: flop o capolavoro?

Manca solo una puntata alla fine di Wayward Pines, ma non è ancora tempo di lasciarsi andare a giudizi affrettati.
L’ultimissima puntata della serie – dato che la Fox ha deciso di non rinnovare la seconda stagione – andrà in onda in Italia giovedì prossimo su Sky Atlantic e finalmente scopriremo che ne sarà del futuro della misteriosa cittadina dell’Idaho.

Ma siamo veramente nell’Idaho, nel lontanissimo 4028, costretti a far fronte alla minaccia dell’estinzione umana? O c’è qualcosa di più segreto dietro, un esperimento del governo o chissà cos’altro?
I dubbi sono più che legittimi, visti i tanti piccoli segnali lanciati dagli sceneggiatori nel corso delle puntate. Allo stesso tempo, però, appare poco plausibile che possa esserci uno stravolgimento così grande nel decimo episodio, negli ultimi 45 minuti disponibili (anche meno, se teniamo conto delle tantissime pubblicità). Tuttavia, se così non fosse e dovessimo solo aspettarci di sapere se Ethan Burke riuscirà o no a salvare WP, sarebbe un po’ una delusione.

Wayward Pines, Abbies

Sono pareri personali, certo, ma anche impressioni comuni che si possono rilevare facendo un semplice giro sui vari siti che trattano questo argomento (Wayward Pines Italia, su tutti).
Wayward Pines rischia di collassare, come città e come serie tv. Ethan, Ben, Kate, Theresa: si trovano tutti in bilico sulla cima di un monte, e oscillano in attesa di sapere se cadranno in un flop o in un capolavoro. Il rischio è grosso e noi di CineZapping, basandoci solo su quanto visto finora, non sappiamo darvi percentuali precise (ma chi ha letto i libri di Blake Crouch sì).

Perché dovrebbe essere un flop?
Il fatto che Fox non abbia rinnovato la seconda stagione non c’entra poi molto, visto che WP era stata concepita come una miniserie di sole 10 puntate.
Più che altro ci appelliamo alla fluidità narrativa e alle tante incongruenze che lascerebbe qualora la situazione non si capovolgesse con un imponente colpo di scena. Per intenderci, vorremmo che non fosse un’altra Lost in miniatura: una serie interessante, che offre tantissimi spunti, ma che poi si perde sul finale perché gli stessi sceneggiatori non sanno dove andare a parare.
Inoltre sarebbe troppo poco aver avuto un “turning point” solo alla quinta puntata. Da lì, poi, tanta attesa, molte supposizioni, qualche sussulto e niente più.
Va bene che la storia è basata sui racconti di Blake Crouch e che quindi la produzione ha un po’ le mani legate, ma allora la domanda si sposterebbe su quanto sia valsa la pena crearne una serie tv, se poi risulta così “moscia”.

Perché dovrebbe essere un capolavoro?
Perché se in un ultimo episodio riuscisse a sconvolgere la storia, unirne tutti i puntini e fare una luce chiara su tutte le ombre che finora ha proiettato, Wayward Pines sarebbe un’opera da standing ovation. Sebbene con un po’ troppo ritardo, una svolta finale sarebbe la proverbiale ciliegina sulla torta che molti fan chiedevano da tempo: una chiusura col botto e i fuochi d’artificio. Uno schiaffo sul mare piatto su cui naviga l’arca del dottor Pilcher.
Qualche puntata ha lasciato l’amaro in bocca proprio perché non accadeva niente di così sbalorditivo. Personalmente, al massimo ho pensato un “vediamo dopo cosa accade“, oppure indispettito ho chiesto a gran voce un capovolgimento della storia, perché ritenevo inevitabile che accadesse.
Sarebbe un vero peccato, secondo me, se non avvenisse niente di tutto questo.

Giovedì scopriremo tutto e poi, come detto a inizio articolo, potremo esprimere i nostri giudizi più spietati. O benevoli.
Dipende.

Rimanete aggiornati sulla serie seguendo la pagina Facebook Wayward Pines Italia.

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Scrittore per diletto, appassionato di libri, scrittura creativa, film e pallone. Polemico di natura, sognatore, pragmatico, incoerente. Astenersi perditempo.



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