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Aaron Sorkin su Philip Seymour Hoffman: “La sua morte ha salvato dieci vite”

Aaron Sorkin ha pubblicato un editoriale sul Time per parlare della morte di Philip Seymour Hoffman, che ha lasciato tutti sconvolti. L’attore aveva solo 46 anni ma grossi problemi con l’eroina, che ha segnato la causa del suo decesso.

E’ stato trovato con un ago nel braccio nel bagno del suo appartamento di Manhattan e diversi quantitativi di droga sparsi per la casa. Aveva tentato la via della riabilitazione senza successo. Adesso Sorkin scrive con la consapevolezza di chi ha avuto gli stessi problemi, ma ha avuto un destino diverso.

Aaron Sorkin ha raccontato di aver conosciuto Philip Seymour Hoffman sul set de “La guerra di Charlie Wilson“, dove si sono confidati spesso durante le pause:

Di tanto in tanto, nelle pause delle prove, sgattaiolavamo fuori del teatro di posa della Paramount per scambiarci delle storie di vita vissuta. Non è insolito avere questi mini meeting doppia A – le persone come noi sono le uniche che non riescono a far suonare del tutto folli questi racconti di follia effettiva. “Si, anche io mi facevo”. Gli dissi che mi sentivo fortunato perché sono schizzinoso e non so maneggiare gli aghi. Mi consigliò di rimanere schizzinoso.

Philip Seymour Hoffman ne La guerra di Charlie Wilson

L’attore scomparso, oltre al consiglio che aveva dato all’amico, aveva detto anche un’altra cosa molto importante:

Poi una volta disse questo “Sai, se uno di noi due morisse per un’overdose, dieci persone non seguirebbero la stessa sorte”. Con queste parole intendeva che il decesso di uno di noi due sarebbe finito su tutti i giornali e, magari, avrebbe spaventato qualcuno portandolo a desistere dall’usare droga.

In molti hanno detto che se l’eroina fosse stata di una diversa qualità o in minore quantità, Hoffman oggi sarebbe ancora tra noi, ma Sorkin non la pensa così:

E’ morto a causa dell’eroina. Dovremmo smettere di implicare che se ne avesse assunto un differente quantitativo non sarebbe morto e tutto sarebbe andato a buon fine. Non è morto perché stava festeggiando troppo o perché in preda alla depressione. E’ morto perché era un drogato in un giorno della settimana con una “y”. Ci ha lasciato un’eredità di ruoli che si è guadagnato.

In conclusione, la tragedia che ha travolto Philip Seymour Hoffman potrebbe essere un messaggio forte e chiaro per chi vive nelle stesse condizioni:

E, a questi, possiamo aggiungere dieci persone che, probabilmente, ora non moriranno a causa della droga.

 

sally

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