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“Avatar”: chiarimenti sulla censura in Cina

Gran parlare intorno ad “Avatar” ed al caso di censura in Cina che ha coinvolto il film. A parlarne sono le più importanti testate sia nazionali (come Corriere della Sera e TGCom) che straniere (ad esempio Los Angeles Times e The Wall Street Journal), dove ognuno dice la sua.

I quotidiani italiani puntano tutto sulla censura, mentre quelli stranieri si dividono, il Los angeles Times fa un pò di conti e imputa lo stop delle proiezioni al limite imposto dal governo alle pellicole straniere. Infatti il governo Cinese accetta solo 20 film provenienti dall’estero in contemporanea nelle proprio sale cinematografiche, per dare spazio a nuovi film stranieri quindi “Avatar” sarebbe ritirato.
In realtà ciò sembra una forzatura, infatti il film di James Cameron non sarà più proiettato nelle sale 3D, mentre in quelle 2D continuerà ad essere proiettato, a conti fatti, anche se gli introiti portati dal 3D sono circa del 64% (media che tra l’altro si mantiene su questa cifra in tutto il mondo), in realtà le sale cinematografiche con tale tecnologia sono solo il 22,5%, cioè 900 delle solo 4.000 distribuite in tutta la nazione, inoltre “Avatar” era già proiettato in sole 1.628 sale cinematografiche, quindi i numeri scendono ancora.

A tutto ciò si aggiunge in costo del biglietto per la visione di “Avatar” in Cina, il cui prezzo varia dall’equivalente di 13 euro a Pechino a circa l’equivalente di 46 euro nel distretto di Dongguan, mentre normalmente si considera che nel paese un biglietto il cui prezzo è compreso tra 3 e 5 euro sia già molto costoso se non proibitivo per molti. Tutto ciò fa si che la visione del film non sia alla portata di tutti e quindi anche il messaggio che potrebbe comunicare alla gente sarebbe diffuso tra pochi.

Il The Wall Street Journal invece punta sui più plausibili temi rivoluzionari a cui potrebbe spingere il film, riprendendo il post di un blogger cinese che motiva in cinque punti il perchè il film dovrebbe risvegliare l’animo dei cinesi (giustizia, coscienza, auto-immolazione, tradimento e contenuto in generale) e che in poche ore ha generato centinaia di migliaia di visite e ricevuto migliaia di commenti.  Il quotidiano richiama appunto i temi collegati alle minoranze in Cina e a ciò che la popolazione cinese che si oppone alla tirannide deve subire.

Si torna ancora una volta quindi alla motivazione politica e a tale scelta ai fini di censura e secondo l’ Apple Daily di Hong Kong, che sembra essere la fonte più attendibile, la decisione sarebbe solo politica ed addirittura il fermo delle proiezioni sarebbe stato richiesto direttamente dal Dipartimento Centrale di Propaganda del Partito Comunista Cinese.

Secondo molti la scelta sarebbe dettata dall’uscita di “Confucio“, il kolossal fatto in Cina con protagonista Chow Yun Fat, ma se ciò fosse vero perché mai le proiezioni di “Avatar” in 2D erano state programmate fino alla prossima settimana (se non oltre) e invece di colpo vengono stoppate il 22 Gennaio e viene rimborsato il prezzo del biglietto agli spettatori che lo hanno già acquistato?

Non possiamo fare altro che credere alla storia della censura cinese, non sarebbe il primo caso e non sarà l’ultimo. Voi cosa ne pensate?

Giuseppe Guerrasio

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