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Cannes 2011: Si chiude il concorso

Ultimo giorno di concorso al sessantaquattresimo Festival di Cannes. I pronostici per il palmares finale ormai incalzano, ma la competizione della kermesse francese riserva ancora due titoli sulla carta piuttosto interessanti e che potrebbero inserirsi nella lotta per un premio. Si tratta di “Once upon a time in Anatolia” di Nuri Bilge Ceylan e “La source des femmes” di Radu Mihaileanu.  

Nuri Bilge Ceylan
“Once upon a time in Anatolia” Opera di Nuri Bilge Ceylan con Muhammet Uzuner, Yilmaz Erdogan, Taner Birsel, presentata in concorso. Un’inchiesta, un mistero, una frattura grave nella quiete apparente di un villaggio senza storia della pianura anatolica. Il fragore del presente spezza il silenzio della storia e per questo nulla sarà più come prima, neppure per l’investigatore e il giudice. Il film più ambizioso, costoso (oltre 40 milioni di budget) e solenne del regista turco che a Cannes è stato scoperto, sfiorando la Palma d’Oro nel 2003 con “Uzak” (presentato in concorso, vincitore del Gran Premio della Giuria e della Palma per la migliore interpretazione maschile, ma sconfitto da “Elephant” di Gus Van Sant) e vincendo il premio come miglior regista nel 2008 per il drammatico “Le tre scimmie” e che ora vi torna con legittime aspirazioni per il premio finale, dato che è quotato tra i favoriti dai bookmakers inglesi, dietro a “The tree of life” di Terrence Malick e “Le Havre” di Aki Kaurismaki. “La source des femmes” Regia di Radu Mihaileanu con Leila Bekhti; Hafsia Herzi e Biyouna, presentato in concorso. Un altro villaggio sperduto tra le montagne, ma questa volta tra il deserto africano e il medio oriente mediterraneo. Da sempre spetta alle donne del villaggio andare alla fonte a raccogliere l’acqua. Ma questo pellegrinaggio quotidiano favorisce confidenze e malumori, sicché un bel giorno la fresca sposa Leila propone alle amiche di mettere in atto lo sciopero dell’amore: niente più sesso né carezze finché gli uomini non faranno la loro parte andando a prendere l’acqua che serve al villaggio. Radu Mihaileanu è il regista di “Train de vie” e del recente “Il concerto”. L’autore rumeno porta a Cannes la colorata femminilità del Mahgreb in una commedia agra e campestre che parla di temi eterni ma guarda alla contemporaneità, al nostro tempo e alle sue complessità.
Radu Mihaileanu
  “Les bien – aimes” Film di Christophe Honoré con Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni, Ludivine Sagnier, Louis Garrel, Milos Forman, Michel Delpech, presentato fuori concorso. Sul ritmo di una commedia musicale d’altri tempi, a metà tra “Tutti insieme appassionatamente” e “Aggiungi un posto a tavola”, si snoda il racconto dell’eterna ricerca dell’amore e della felicità, attraverso il tempo che passa, per madre e figlia, Madeleine e Vera. La scena si sposta da Londra a Parigi, il tempo passa dagli anni ’60 ai giorni nostri e la speciale curiosità viene dal fatto che Catherine Deneuve e Chiara Mastroianni (tinta di biondo per l’occasione) interpretano rispettivamente il ruolo di madre e figlia, mettendo quindi in scena nella fiction cinematografica il loro reale legame di parentela. Nel cast anche un cantante popolarissimo nella Parigi degli anni ’70 come Michel Delpech. “Yelena” Film conclusivo della sezione collaterale “Un Certain Regard”. “Yelena” di Andrey Zviagintsev è stato aggiunto all’ultimo al cartellone della sessantaquattresima edizione del Festival di Cannes, ma trovando un concorso già abbondantemente affollato di grandi nomi e di titoli importati è stato rilegato ad una sezione minore. La presenza del film di Zviagintsev è stata incerta fino all’ultimo e con una scelta fuori tempo massimo (tanto più che il film non compare nemmeno nel catalogo ufficiale dei film programmati) Astro nascente del cinema russo Zviagintsev è già un autore affermato e apprezzato a livello internazionale, soprattutto in ambito festivaliero, come dimostra la vittoria del Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 2003 con “Il Ritorno”, a cui va aggiunto il premio conseguito a Cannes nel 2007 (per la migliore interpretazione maschile) per “The Banishment” . “Yelena” nelle intenzioni di Zviagintsev è un affresco familiare e corale che permette al regista siberiano di recuperare le sue origini accentuando il realismo delle sue immagini emozionanti.   Foto: ebruakin.blogspot.com; www.listal.com         Fonte: www.festival-cannes.com

Marco Valerio

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