
Rischio pignoramento - (cinezapping.com)
Il rischio di pignoramenti incombe. E la cosa inquietante è che spesso non sappiamo nemmeno di avere una procedura in corso
Essere fermati dalle forze dell’ordine per un controllo di routine e scoprire improvvisamente che sull’auto grava un fermo amministrativo è un’esperienza più comune di quanto si possa immaginare. Grazie ai moderni sistemi digitali, le autorità possono infatti accedere in tempo reale a tutte le informazioni relative a un veicolo e al suo proprietario semplicemente inserendo la targa. Questo ha reso quasi impossibile eludere le verifiche legate a eventuali cartelle esattoriali o debiti pendenti.
Il fermo amministrativo è una misura restrittiva che viene adottata per recuperare crediti tributari o fiscali non saldati dal contribuente. Spesso, chi si ritrova con il veicolo bloccato non è nemmeno consapevole di avere delle cartelle esattoriali aperte. Le cause possono essere molteplici: disservizi postali, errori nella notifica, o più semplicemente la mancata lettura di comunicazioni inviate tramite PEC (Posta Elettronica Certificata), modalità che oggi è sempre più utilizzata ma talvolta trascurata.
Cosa fare subito in caso di cartelle esattoriali: strumenti e soluzioni disponibili
Per evitare spiacevoli sorprese, è fondamentale effettuare verifiche periodiche sulla propria situazione fiscale. L’Agenzia delle Entrate Riscossione mette a disposizione una serie di strumenti digitali che consentono di consultare comodamente da casa, in qualsiasi momento, l’estratto di ruolo, documento chiave che riassume l’intera posizione debitoria del contribuente.

Per accedere a questi servizi è necessario disporre di un’identità digitale, che può essere:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale);
- CIE (Carta d’Identità Elettronica);
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi).
Una volta autenticati sul sito dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, nella sezione “Consulta la tua situazione debitoria”, è possibile ottenere una panoramica aggiornata delle cartelle aperte, degli eventuali pignoramenti o fermi amministrativi in corso. In questo modo si può intervenire tempestivamente, richiedendo ad esempio una rateizzazione del debito, che ha il potere di sospendere le procedure esecutive. È però fondamentale ricordare che la sospensione diventa effettiva solo dopo il pagamento della prima rata.
Il fermo amministrativo viene iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA) dal concessionario della riscossione in caso di mancato pagamento delle cartelle entro i termini di legge. Questo provvedimento impedisce al proprietario del veicolo di utilizzarlo, in quanto:
- il veicolo non può circolare, pena una sanzione che può arrivare fino a 2.628 euro e la confisca immediata del mezzo;
- non può essere radiato dal PRA, quindi non è possibile demolirlo o esportarlo;
- anche in caso di vendita con atto successivo all’iscrizione del fermo, il veicolo rimane bloccato e inutilizzabile.
Se il debitore non provvede al pagamento delle somme dovute, il concessionario può procedere con la vendita forzata del veicolo.
Dal 2020, per i provvedimenti di revoca del fermo amministrativo emessi dopo tale data, la cancellazione dal PRA è effettuata in modo automatico e senza costi aggiuntivi. Per quelli antecedenti, è ancora necessario effettuare una richiesta formale di cancellazione, con il pagamento di un’imposta di bollo di 32 euro.
Il sito ufficiale dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (www.agenziaentrateriscossione.gov.it) offre una gamma completa di servizi, sia in area pubblica che riservata. In area pubblica, senza necessità di autenticazione, si possono effettuare operazioni come:
- pagamento online di cartelle e avvisi;
- richiesta di moduli per rateizzazione;
- prenotazione di appuntamenti agli sportelli territoriali;
- invio di reclami per disservizi.
L’area riservata, accessibile tramite SPID, CIE o CNS, consente invece di consultare dettagliatamente la propria situazione debitoria, scaricare documenti relativi a piani di rateizzazione, attivare o revocare domiciliazioni bancarie, e gestire la definizione agevolata delle cartelle (cosiddetta “rottamazione”).