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#diviniaguri per i sessant’anni di Roberto Benigni

Sessant’anni e non sentirli.

Oggi, 27 ottobre, è il compleanno di Roberto Benigni. In occasione di questa ricorrenza speciale, via internet è stata organizzata un’iniziativa speciale per augurare buon compleanno all’attore premio Oscar.

Le tre cantiche Inferno, Purgatorio e Paradiso della Divina Commedia, per un totale di 100 canti e 14000 versi organizzati in terzine, sintetizzate in un solo tweet.  È questa la sfida che il popolo del web lancia per omaggiare Benigni in occasione del suo sessantesimo compleanno.

Un modo originale per unirsi in una sola voce e far giungere con calore e forza i propri auguri all’artista toscano che negli ultimi anni ha riportato in auge l’Opera del Sommo Poeta con il suo spettacolo “Tutto Dante”. L’iniziativa è di un gruppo di fan di Pertosa, comune di 700 abitanti del salernitano, che da anni è legato alla Divina Commedia dal celebre spettacolo “L’inferno di Dante” che si tiene nelle sue Grotte dell’Angelo, dove sogna un giorno di ospitare Benigni (https://www.facebook.com/events/185130911562572/ ).

Basterà twittare l’hashtag #diviniauguriRoberto seguito da una sintesi in 140 caratteri dell’opera dantesca. Ma nessuna paura, per i meno avvezzi alla sintesi c’è la possibilità di postare gli auguri nel proprio stato o  su una pagina creata ad hoc su Facebook (https://www.facebook.com/events/115515805272359/ ), che per l’occasione si trasformerà nell’Inferno dantesco. Tutti possono partecipare, una sola regola da rispettare: scrivere una citazione della prima cantica della Divina Commedia seguita dagli auguri a Benigni. Esempio: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza. Divini Auguri Roberto!”. Il risultato sarà una vera e propria trasformazione dei due social network, per un giorno volani di cultura tutta made in Italy.

Roberto Benigni | © Tiziana Fabi/GettyImages

Sessant’anni e quasi quaranta di carriera, tra sketch, film, impegno civile e Divina Commedia.

Dopo una serie di esperienze in teatri off di Firenze, decisivo per Roberto Benigni è l’incontro con Giuseppe Bertolucci che scrive per lui il monologo “Cioni Mario di Gaspare fu Giulia”, testo che riscontra un grande successo in tutta Italia.

Con Bertolucci si instaura un rapporto di collaborazione che dura per anni e porta a prodotti sperimentali e provocatori come la serie televisiva “Onda Libera” e, soprattutto, il film “Berlinguer ti voglio bene”, utopica favola con protagonista il disadattato Cioni che aspetta la rivoluzione comunista contemplando l’immagine di Enrico Berlinguer.

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Il comunismo secondo Cioni Mario

La grande notorietà arriverà però solo grazie a Renzo Arbore che lancia Benigni nel suo programma “L’altra Domenica” del 1978. Nel 1980 poi la trasmissione televisiva di Arbore si fa film e nasce “Il pap’occhio” del 1980, film provocatorio inviso dal Vaticano.

Nel 1983 l’esordio come regista nel film a episodi “Tu mi turbi” dove Benigni compare anche come protagonista e sceneggiatore al fianco dell’amico di sempre Giuseppe Bertolucci. Sul set del film conosce quella che poi sarà da allora la sua compagna di vita: Nicoletta Braschi.

Il secondo film di Roberto Benigni segna una nuova collaborazione con un amico fraterno, Massimo Troisi. “Non ci resta che piangere” è la prima, e purtroppo unica, volta in cui due dei più talentuosi comici dell’epoca dividono lo schermo, regalando una serie di battute e sketch da antologia.

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Benigni e Troisi scrivono a Savonarola

La carriera da regista regala a Roberto Benigni una serie di successi commerciali come “Il piccolo diavolo” (1988), “Johnny Stecchino” (1991) e “Il mostro” (1995).

Nel frattempo Benigni diventa un volto noto all’estero, grazie anche all’amicizia e al rapporto di lavoro instaurato con Jim Jarmusch. Con Jarmusch, Roberto Benigni reciterà in “Daunbailò” (1986), “Tassisti di notte” (1991) e “Coffee & Cigarettes” (2003). La notorietà internazionale permette a Roberto Benigni di scritturare star come Walter Matthau e Jean Reno e di essere scritturato da maestri come Blake Edwards e Federico Fellini.

Roberto Benigni | © Alberto Pizzoli/AFP/Getty Images

In parallelo prosegue la carriera teatrale di Benigni: una sequela di successi che vanno dalla versione di “Pierino e il Lupo” realizzata in collaborazione con Claudio Abbado alla rivisitazione del suo vecchio spettacolo del 1983 “TuttoBenigni”. La versione 1995/96 batte tutti i record di incassi e di vendita in home video.

La svolta per Roberto Benigni è a cavallo tra il 1997 e il 1999. Il suo film “La vita è bella” commuove le platee italiane e conquista il box office. Nel 1998 il film viene distribuito all’estero e ha un successo al di là di ogni aspettativa: Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes e tre Oscar (miglior film straniero, miglior attore e miglior colonna sonora) nel 1999.

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Il Premio Oscar per il miglior film straniero nel 1999

Dopo il grande successo de “La vita è bella” Benigni sembra allontanarsi sempre più dal mondo del cinema. I suoi due successivi film, “Pinocchio” (2002) e “La tigre e la neve” (2005) deludono pubblico e critica.

Nel frattempo Benigni si dedica sempre con maggiore passione e dedizione a divulgare in spettacoli, incontri pubblici e lezioni universitarie i versi della Divina Commedia di Dante. Recitando a memoria interi canti del poema e fornendo interpretazioni critiche personali e sempre brillanti, Roberto Benigni si reinventa una carriera da cantore del verbo dantesco. Nasce così il tour teatrale “Tutto Dante”.

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Il quinto canto dell’Inferno

Quest’anno Roberto Benigni è tornato al cinema, dopo ben sette anni di assenza, comparendo nel cast di “To Rome with love”, ultimo film di Woody Allen.

Ricordiamo che da pochi giorni, Roberto Benigni ha concluso un accordo con la Rai e tornerà in televisione con uno spettacolo dedicato alla Costituzione italiana che andrà in onda il prossimo 17 dicembre. Lo show si chiamerà “La cosa più bella del mondo”.

Roberto Benigni al Parlamento Europeo lo scorso novembre
Marco Valerio

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