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Published on Luglio 24th, 2010 | by ila

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Il panel dell’horror “Don’t Be Afraid of the Dark” presentato al Comic-Con!

È stato presentato al Comic-Con di San Diego “Don’t Be Afraid of the Dark”, il thriller orrorifico diretto dal quasi esordiente Troy Nixey e sceneggiato da Guillermo del Toro.

“Don’t Be Afraid of the Dark” è il rifacimento dell’omonimo film tv del 1973 di John Newland. La storia è davvero da brivido: un uomo separato va a convivere con la fidanzata in un antico palazzo. La figlia di lui, non accettando il loro rapporto, scatenerà inconsapevolmente forze misteriose tutt’altro che piacevoli. Riusciranno gli spiriti malvagi a distruggere la famiglia?

Nel cast troviamo Katie Holmes (“Batman Begins”) e l’australiano Guy Pearce (“The Road”) insieme a Bailee Madison, Alan Dale e Julia Blake. Nell’attesa della release americana, prevista per il 21 gennaio 2011, vi proponiamo qui sotto i contenuti emersi dal panel, durante il quale è stato presentato il teaser trailer e il prologo del film. Enjoy!

Uno dei produttori del film, Nick Nunziata, proprietario del sito di cinema Chud.com, è il moderatore, e inizia con l’introdurre il regista Troy Nixey. Naturalmente la folla impazzisce per Guillermo del Toro, che è molto amato da chiunque frequenti il Comic-Con. L’inizio è dedicato alla proiezione di uno spaventoso teaser trailer: si apre con un’immagine buia e un suono raccapricciante, e una voce da brividi che sussurra: “Venite dalla città e vi trovate nell’oscurità, ma non preoccupatevi. Non c’è nulla di cui avere paura”. C’è un momento di buio completo e poi vediamo ogni parola del titolo lampeggiare, inframmezzato da immagini flash di Katie Holmes e Guy Pearce terrorizzati nella loro nuova casa, e una breve occhiata ad alcune creature. E poi la scritta “A Guillermo del Toro Production” e successivamente vediamo una bambina strisciare sotto le lenzuola di un letto, strisciando lentamente in avanti alla fine si alza e una delle creature le urla in faccia, esattamente come tutti gli spettatori nella Hall H. Guillermo del Toro parla di come ha ottenuto i diritti e di come lui e Matthew Robbins hanno scritto la sceneggiatura nel 1997 o 1998, e di quanto fosse difficile fare il film perchè non volevano lavorare con uno studio che interferisse con il loro modo di lavorare. Nunziata chiede a Troy Nixey come sia diventato il regista di un film scritto e prodotto da Del Toro, Nixey spiega che il suo corto Latchkey’s Lament è stato visto da Del Toro ed è iniziata la collaborazione. Nixey è entusiasta perchè è sempre stato un fan di Del Toro e ammette che si tratta di un sogno per lui. Guillermo del Toro dice al pubblico che il modo migliore per attirare la sua attenzione è quello di disegnare qualcosa e di consegnarla gettando il disegno sul pavimento della sala, perché non legge sceneggiature e quindi questo è il modo migliore per attirare la sua attenzione. (Addirittura condivide il suo indirizzo e-mail con il pubblico del Comic-Con). Successivamente Del Toro spiega come hanno lavorato a questo remake, e che la sceneggiatura non si discosta molto dall’originale. La MPAA ha imposto un Rating R per “terrore pervasivo” e quando hanno chiesto se potevano fare qualcosa per sistemare le cose, hanno risposto: “Perchè rovinare un film perfettamente spaventoso?”. La trama si concentra su una bambina che arriva in una casa con i propri genitori e scopre creature che vivono nella spazzatura e che vogliono trascinarla sotto terra, è basata sulla mitologia della fiaba, un aspetto che Guillermo desiderava esplorare. Iniziano a mostrare alcuni filmati, in sostanza il prologo del film. È ambientato nel 1918. E’ una clip davvero terribile e inquietante, e al pubblico è piaciuta. All’inizio vediamo un cavallo guidato da un signore con la barba su una carrozza, ma questo è irrilevante, in quanto sullo sfondo iniziamo già a vedere la casa e la camera inizia lentamente ad avvicinarsi a essa. Ora siamo all’interno della casa e si sente il ticchettio dell’orologio. Vediamo una raccapricciante libreria con candele e vediamo una cameriera spolverare gli scaffali. Una campanella suona per chiamarla e lei sale le scale, prende una candela e spinge per aprire una porta. La stanza sul lato opposto della porta è completamente al buio, e lei entra nella stanza e si avvicina al letto. “Signor Blackwood?” chiede lei. “Signor Blackwood, Sir?”, ora vediamo che questa è la cantina e ci sono scale che portano verso il basso ma non arriva alcuna risposta, così lei si gira e inizia a camminare fuori dalla porta. Poi sente il rumore di un piatto che cade e si gira con in mano una tremolante candela. Cammina lentamente verso le scale, mentre la musica aumenta. “Signor Blackwood?” chiese di nuovo “Mi scusi, ha suonato il campanello signore?” chiede balbettando. “Vieni giù” dice una voce mentre si vede l’ombra di un vecchio. Cammina lentamente giù per le scale un passo alla volta, piano piano, l’inquadratura si concentra sui suoi piedi mentre lei scende verso il basso ma a metà strada inciampa e cade giù per il resto delle scale e finisce per terra. Lo spaventoso vecchio raggiunge un fonografo… inizia il disco, e lui si avvicina a lei, raccogliendo un martello e uno scalpello mentre si avvicina. È ancora viva, e lei alza gli occhi su di lui. Il vecchio sembra scusarsi e dice: “Me lo stanno facendo fare”. Si siede sulla parte superiore del petto con il martello e scalpello pronto a fare qualcosa di malvagio.
“Se voglio vedere nuovamente il mio bambino, io li devo accontentare. Per favore cerchi di capire” dice mentre sorride e si vede che gli manca la maggior parte dei denti superiori. Infila lo scalpello nella bocca della cameriera e solleva il martello sopra la propria testa e poi lo porta verso il basso sullo scalpello (che fortunatamente è fuori campo in quel momento, anche se l’impatto sul pubblico è stato ugualmente molto forte nel sentire il dolore della cameriera). Sentiamo aumentare la musica e lei è distesa sul pavimento mentre cerca di trovare sul pavimento i propri denti. “Denti preziosi, bei denti” dice il vecchio che li raccoglie prima di metterli in un piatto pieno di altri denti insanguinati. “Papà?” chiede una voce e una lacrima scende dall’occhio del vecchio. Prende il piatto e cammina verso il bidone della spazzatura e guarda facendosi luce con la candela. “Ti ho portato qualcosa da mangiare” dice “Guarda, denti dei bambini, come volevi”. Mette i denti all’interno del bidone come dono al fine di poter riavere il proprio figlio. Sente le voci provenire dalla spazzatura e si mette a piangere. Le voci sussurrano: “Tuo figlio è qui, raggiungilo” e lui rispondendo semplicemente invocandolo “Figlio, figlio…”, vediamo il buco profondo del bidone e la sua mano che cerca di raggiungere il fondo. L’immagine si allontana mentre si vede tutto il corpo del vecchio venire lentamente tirato dentro.

 

 

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