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Palermo, occupato il Teatro Garibaldi: artisti e lavoratori chiedono la riapertura

Oltre sessanta persone, tra lavoratori ed artisti, hanno deciso di occupare il Teatro Garibaldi di Palermo. Lo storico teatro, infatti, è chiuso da molti anni per dei lavori che in realtà non hanno mai avuto luogo. I dimostranti hanno costituito un comitato ed hanno pubblicato il loro manifesto, chiedendo cultura libera. Le parole migliori per spiegare quanto sta accadendo a Palermo, sono quelle di coloro che hanno deciso di lottare per la riapertura del teatro.

Teatro Garibaldi a Palermo

Manifesto per la Cultura del comitato Teatro Garibaldi aperto.

Uno spazio destinato alla cultura non può chiudere per ragione alcuna. La sua assegnazione e la sua vita devono essere garantite da criteri di gestione trasparenti e rigorosi, nel rispetto del valore dell’arte in tutte le sue forme di espressione.

Per questo restituiamo oggi alla sua naturale funzione il Teatro Garibaldi: l’ennesimo spazio negato alla città, un luogo che ci appartiene come cittadini e come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte.

Come cittadini abbiamo il dovere di difendere il patrimonio artistico del nostro Paese, il dovere di sottrarlo alla gestione clientelare e priva di progettualità. Chiediamo alla cittadinanza di aderire alla nostra lotta e partecipare alla nostra azione.

Come lavoratori dello spettacolo, della cultura e dell’arte e come espressione della nuova generazione creativa di questa città abbiamo il diritto di essere riconosciuti interlocutori indispensabili nelle scelte politiche che riguardano il nostro settore, il nostro lavoro, la nostra vita.

Gli spazi della cultura sono luoghi di aggregazione, crescita e confronto per i cittadini.

Oggi inauguriamo un progetto nuovo, che, partendo dall’affidamento e dalla gestione degli spazi, e dall’elaborazione di un modello, rimetta in circolo le realtà produttive e culturali della nostra città, prescindendo dall’ingerenza dei partiti, dai ricatti delle clientele, dall’aridità dei finanziamenti a pioggia.

Chiediamo che il Comune di Palermo e gli altri enti pubblici rendano noto e accessibile un censimento degli spazi diloro proprietà; che si dotino di un regolamento che disciplini l’assegnazione di tali luoghi e delle relative risorse economiche destinate alla cultura, prevedendo il costante monitoraggio di tutte le attività finanziate.

È necessario che tale regolamento sia elaborato e condiviso dagli artisti, dalle professionalità che gravitano intorno al mondo della cultura, dai funzionari degli uffici dell’amministrazione pubblica di competenza. Soltanto sulla base di un nuovo sistema di regole è possibile immaginare modelli di gestione innovativi, che riconoscano finalmente un’identità ai generi, ai linguaggi, alle nuove storie di questa Città.

La cooperazione tra le diverse discipline rappresenta una opportunità fondamentale per la creazione ed esportazione di contenuti artistici nuovi.

Chiediamo pertanto un modello lontano dalle nomine di “direttori artistici” ispirate da logiche partitiche, un modello che fondi le sue basi sull’alternanza delle cariche e che dia spazio alle nuove energie artistiche espresse nella e dalla Città.

Una società che non valorizza la cultura e l’innovazione non ha la sensibilità e la capacità necessarie per custodire il proprio patrimonio e non scommette sul proprio futuro.

sally

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