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Recensioni cult: Les choristes – I ragazzi del coro

Nominato al Premio Oscar 2005 come miglior film straniero, “Les Choristes – I ragazzi del coro” è il lungometraggio francese firmato dal regista Christophe Barratier nel 2004.

Il film ha riscosso un enorme successo in Francia ed ha vinto due premi César (miglior musica, miglior sonoro), un premio Lumière (miglior film) e un European Film Awards per miglior compositore. Girato con un budget di circa meno di 6 milioni di Euro, il film è stato finanziato dallo stesso attore protagonista (e co-produttore) Gérard Jugnot, che per procurarsi il denaro ha provveduto a ipotecare il suo appartamento parigino.

Les Choristes

Trama

Il direttore d’orchestra Pierre Morhange (Jacques Perrin) incontra il suo vecchio amico d’infanzia Pepinot, con cui frequentava il collegio “Fond de l’Etang” da bambino. Pepinot ha qualcosa da mostrargli: il diario su cui il loro vecchio sorvegliante Clement Mathieu annotava tutto ciò che accadeva nel collegio.
Pierre decide di dargli un’occhiata e leggendo ripercorre la sua esperienza al Fond de l’Etang dal punto di vista del sorvegliante.

Clement era un compositore e insegnante di musica disoccupato che aveva accettato l’impiego di sorvegliante in un collegio composto da soli ragazzi, la maggior parte di loro con problemi caratteriali. Restio ad adottare i metodi violenti e autoritari imposti dal suo Direttore, Clement è convinto di poter stimolare e comprendere i ragazzi istituendo un coro di classe. Seppur inimicandosi il rigido direttore del collegio, il sorvegliante riuscirà a tirar fuori da ognuno dei ragazzi il meglio di loro.

Critica

Ispirato al film del 1944 “La gabbia degli usignoli“, i coristi di Barratier intonano una simpatica malinconia francese: una pellicola semplice e deliziosa, nella quale i piccoli gesti fanno risuonare echi dolci e commoventi. Il personaggio di un mite sorvegliante apparentemente perdente si riscatta nel corso della storia, alla pari del giovane alunno Pierre che riscopre la sua passione per il canto e la musica. Dal “fondo dello stagno” emergono dolcezze che sembravano dimenticate, allagate com’erano dalla guerra, la povertà e le punizioni severe del direttore. I cori sono tutti da gustare, magari ad occhi chiusi, ascoltando la voce del giovane attore Jean-Baptiste Maunier (vera star del cinema francese: considerato l’Harry Potter di Francia), che cantante lo è stato davvero, presso il Petis Chanteurs de Saint Marc.
Un film speciale, per chi non si vergogna a versare qualche lacrima.

Voto:

Alessandro Testa

Scrittore per diletto, appassionato di libri, scrittura creativa, film e pallone. Polemico di natura, sognatore, pragmatico, incoerente. Astenersi perditempo.

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