Esce questo venerdì nelle sale italiane il documentario d’inchiesta “Sangue e cemento”, realizzato dal gruppo Zero, un collettivo di giornalisti, registi e studiosi di comunicazione che producono inchieste per un’informazione libera, corretta e priva di scopi manipolatori. Il documentario intende aprire un’inchiesta sul terremoto che ha colpito l’Abruzzo la notte del 6 aprile 2009, nella quale sono morte circa trecento persone.
“Sangue e cemento”, attraverso una nutrita raccolta di documenti, articoli, interviste e filmati, tenta di rispondere a diverse domande: perché la regione dell’Aquila non era inserita nella fascia 1 di pericolosità sismica? Perché nel territorio non era stata disposta una politica antisismica? Come mai dopo lo sciame sismico dell’ottobre 2009 non erano state disposte misure adeguate? Perché si è consentito ai costruttori della zona di risparmiare sui materiali costruendo case ed edifici in modo totalmente inadeguato?
Tutte domande destinate a non trovare risposte certe, ma che hanno il pregio di fare luce su una situazione drammatica che è stata spesso e volentieri strumentalizzata.
“Sangue e cemento” mostra le immagini della tragedia, il dolore impresso nei volti e nelle parole dei sopravvissuti, ma è anche capace di andare oltre, di indagare in modo razionale sui possibili perché dell’accaduto, attraverso interviste ai testimoni, ai rappresentanti delle istituzioni, a sismologi, geologi, tecnici delle costruzioni e studiosi del territorio.
Ne esce un quadro decisamente complesso, ma che all’etichetta di “tragedia inevitabile” sostituisce quella di “tragedia prevedibile ed evitabile”. Il gruppo di “Sangue e cemento” suggerisce che, forse, oltre alle oscure forze della natura, dietro la tragedia del terremoto in Abruzzo ci sono state altre cause, molto più concrete: le speculazioni sull’edilizia; l’inefficienza, accidentale o voluta, di amministratori comunali e altre cariche istituzionali; l’assenza di controlli adeguati; la mancanza di informazioni ai cittadini; la corruzione nell’ambito dell’edilizia, che consente anche le infiltrazioni della criminalità organizzata e tante altre motivazioni, che emergono attraverso la voce narrante di Paolo Calabresi in modi più o meno espliciti.
Il documentario “Sangue e cemento” era già disponibile nelle librerie di tutta Italia, allegato al saggio omonimo scritto da Marco Travaglio e illustrato dalle vignette di Vauro Senesi, edito da Editori Riuniti.
Ora avremo finalmente la possibilità di vedere uniti in modo accattivante e funzionale la forte attualità del documentario d’inchiesta alla incisiva forza comunicativa del grande schermo. Perché il cinema non è solo svagato enterteinment, ma anche importante occasione di riflessione.
In attesa dell’uscita nazionale di venerdì vi postiamo il trailer di “Sangue e cemento”. Buona visione (e buona riflessione) a tutti!
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