Recensioni Transformers the dark of the moon

Published on Giugno 28th, 2011 | by alessandro ludovisi

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Transformers 3: recensione in anteprima!

Transformers 3: recensione in anteprima! alessandro ludovisi
Voto CineZapping

Summary: Degno finale per questa saga.

3.3

Buon Film


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Alla Casa del Cinema di Roma è stato proiettato, in anteprima, il terzo (e ultimo?) capitolo della saga robotica più celebre ed economicamente proficua dell’ultimo lustro: “Transformers 3: Dark of the Moon”. Il primo film, dedicato ai giocattoli della Hasbro, fruttò incassi notevoli, a livello mondiale (circa settecento milioni di dollari). Il seguito, “Transformers 2: La vendetta del caduto”, ha addirittura fatto meglio portando nelle casse della Paramount più di ottocento milioni di dollari ma ricevendo feroci critiche e una stroncatura generale da parte degli addetti ai lavori. Entrambe le pellicole portano le firme di Michael Bay alla regia e di Steven Spielberg alla produzione. In questa “parte terza” troveremo alcune novità a cominciare dall’utilizzo (totale) del 3D. Bay, su consiglio di James Cameron, ha optato per questa tecnica fornendo al pubblico la “versione stereoscopica” dei Transformers.

Transformers the dark of the moon

Transformers: the dark of the moon |  

Nel prologo del film  troviamo il pianeta  Cybetron ridotto in macerie  a causa della guerra intestina tra i Decepticon, i “robot malvagi” che vogliono la tirannia, e gli Autobot, i “robot buoni” che strenuamente lottano per la libertà. A soccombere saranno proprio quest’ultimi che in un estremo tentativo tenteranno di far partire una navetta con a bordo “il segreto” per vincere la guerra. L’astronave viene però colpita e finirà per atterrare, rovinosamente, sulla superficie lunare. L’episodio viene subito rilevato dal quartier generale della Nasa che prontamente avverte il Presidente in persona (John Fitzgerald Kennedy, rappresentato da un attore in carne e ossa  “arricchito” da immagini di repertorio). L’imperativo è raggiungere la superficie lunare prima dei nemici russi.   Otto anni  dopo parte la missione Apollo 11. Neil Armstrong, dopo aver pronunciato la celebre frase “Un piccolo passo per l’uomo, un grande salto per l’umanità”, andrà alla ricerca dell’astronave aliena confermando al Presidente che “Non siamo soli” nell’Universo. Il prologo  funziona a tal punto da convincerci che sia la parte migliore del film. Il salto nel passato è ben realizzato, le immagini di repertorio si integrano alla perfezione con quelle cinematografiche dandoci una chiara e ben riuscita illusione. Messi da parte la Nasa, l’amministrazione Kennedy (anche quella Nixon) e fantasiosi revisionismi storici vari (suggestiva la visita alla centrale nucleare di Chernobyl), ci trasferiamo ai giorni d’oggi dove un fresco laureato Sam Witwicky si ritrova disoccupato (quanta amarezza dopo aver salvato il mondo per ben due volte) e in compagnia della bella Carly,  conosciuta durante la cerimonia organizzata da Obama per omaggiare il giovane Sam con una medaglia al valore. Senza lavoro, senza Bumblebee (impegnato dal Governo in missioni speciali in giro per il mondo) Sam si impegna in grotteschi colloqui, conditi di ironia e sarcasmo, fino all’incontro con Bruce Brassoss, interpretato da un John Malkovich in grande spolvero. Per quanto riguarda la trama ci fermiamo qui. Andare avanti significherebbe correre il rischio di  incappare in pericolosi spoiler che potrebbero rovinarvi il gusto della sorpresa. Abbiamo detto di un Malkovich in gran forma.  L’attore, due nomination agli Oscar,  è una delle piacevoli new entry del film. Le altre sono:  Frances McDormand (premio Oscar per “Fargo”) nel ruolo di Marissa Faireborn, una donna di potere cinica e autoritaria, Patrick Dempsey che interpreta il belloccio e ricco Dylan Gould, Ken Jeong (Mister Chao in “Una notte da leoni”) e Rosie Huntington Whiteley, la nuova compagna di Sam. La Huntington ha sostituito, in questo terzo capitolo, Megan Fox. Fisicamente non la fa certo rimpiangere e proprio sull’aspetto esteriore deve aver puntato Michael Bay a giudicare dalla scena di “presentazione” della giovane modella con quest’ultima che sale una rampa di scale in camicia – corta – e slip – ridotti -. Al suo fianco il sempre presente Shia Labeouf che ad onor del vero appare quasi logoro e stanco della serie. Il suo personaggio, per carità gradevole e in linea con gli altri due episodi, non dice nulla di nuovo ripercorrendo il leitmotiv di sempre. Tra le conferme: John Turturro ancora nel ruolo di Seymour Simmons e Josh Duhamel che interpreta il colonnello Lennox. Entrambi sembrano un po “sacrificati” perdendo di minutaggio e importanza rispetto ai primi due episodi. Nel complesso però il cast funziona e viene “presentato” nel migliore dei modi. Abbiamo già detto della bionda Rosie Huntington ma anche l’ingresso di Patrick Dempsey, con un sorriso che buca letteralmente lo schermo, non è da meno.

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John Malkovich, Rosie Huntington-Whiteley, Shia La Beouf

Si registrano delle new entry anche  tra i robot: Shockwawe e Sentinel Prime. Anche in questo caso preferiamo però non svelarvi nulla, anticipandovi soltanto che saranno protagonisti e non semplici comparse. Ovviamente confermati gli storici Optimus PrimeBumblebee tra gli Autobot e Megatron (terribilmente arrabbiato e sfregiato dopo la battaglia in Egitto contro Optimus Prime) tra i Decepticon. Nel complesso “Transformers 3: Dark of the Moon” non delude anche se rischia spesso di perdersi nel vortice della commedia adolescenziale. Il brillante prologo non viene confermato dal resto della pellicola che presenta lacune causate da  una sceneggiatura di basso profilo. La pochezza dei dialoghi è vistosa e solo in parte coperta dai mirabolanti effetti stereoscopici che permettono allo spettatore di “assentarsi” dalla trama. Forse è proprio uno degli effetti della tridimensionalità: immersione totale dello spettatore che vive una emozione, dimenticandosi di tutto il resto. Dopotutto il cinema è evasione e Bay, in queste due ore e mezza permette una fuga movimentata che coinvolge. A tal proposito proprio Bay in un faccia a faccia con James Cameron confessò che il suo obiettivo è proprio quello di creare una emozione nello spettatore. Allora possiamo anche perdonarlo “credendo” che la mancata accuratezza, nella stesura della sceneggiatura, sia stata da lui richiesta e necessaria affinché ci si potesse dedicare con minuziosa attenzione all’effetto visivo. Dopotutto, tra gag riuscite e altre meno e improvvise sparizioni di personaggi (perché abbandonare così presto quello di John Malkovich?) il film scorre piacevolmente non risultando mai noioso regalando al pubblico e ai fan un degno finale per questa saga. L’appuntamento al cinema è per il prossimo 29 giugno.

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