Curiosità

“Avrei accettato per 10 milioni di dollari" il cachet spropositato di Woody Allen: ecco per cosa

"Avrei accettato per 10 milioni dollari’ il cachet spropositato di Woody AllenL'ammissione di Woody Allen. Foto: Youtube - cinezapping.com

Allen dimostra un equilibrio tra il desiderio di creare e un’ironia malinconica che accompagna la sua visione del mondo.

In occasione del suo novantesimo compleanno, Woody Allen si racconta con la consueta ironia amara e una schiettezza disarmante.

Nato Allan Stewart Königsberg, il regista e sceneggiatore newyorkese continua a essere una figura controversa e affascinante del cinema mondiale. Tra riflessioni sulla vita, la musica e la carriera, Allen rivela anche un retroscena curioso sul suo presunto progetto autobiografico.

Woody Allen e il rifiuto all’autobiografia con un cachet da 10 milioni di dollari

Intervistato nella cornice romana di un hotel sorvegliato da bodyguard, Woody Allen ha svelato un aneddoto sul suo rapporto con la scrittura autobiografica: «Qualcuno mi ha chiesto se volevo scrivere la mia autobiografia. Ho risposto che non ho tempo né voglia, ma per scherzo ho detto che l’avrei accettata per dieci milioni di dollari».

Questa cifra spropositata – sottolinea il regista – era un modo per rifiutare con ironia, un gesto volutamente provocatorio per evitare pressioni. «Non ho mai avuto intenzione di farlo», ha ribadito Allen, chiarendo che non c’è nessun progetto in corso. La notizia, però, ha suscitato scalpore e qualche critica, ma il cineasta insiste sulla sua libertà di raccontare la propria vita quando e come vuole.

La musica come rifugio e ispirazione

Nonostante il suo umore spesso cupo e il pessimismo esistenziale, Woody Allen trova nella musica uno dei pochi piaceri autentici. Da sempre appassionato di jazz, suona il clarinetto con una consapevole modestia: «Non ho orecchio, ritmo o senso musicale. Sopravvivo a un livello di mediocrità assoluta, ma mi diverte molto».

Il cachet stellare offertogli. Foto: Youtube – cinezapping.com

La sua passione per la musica si riflette nelle colonne sonore dei suoi film, dove spesso la musica diventa protagonista emotiva e narrativa. In “Match Point”, girato a Londra con Scarlett Johansson, l’arte musicale – in particolare la voce di Caruso e arie operistiche – sottolinea i temi della casualità e dell’infedeltà coniugale.

Il rapporto di Allen con la musica affonda le radici nella sua infanzia a Brooklyn, quando ascoltava le trasmissioni radiofoniche di grandi nomi come Louis Armstrong e Billie Holiday. «La musica era un accompagnamento quotidiano, un nutrimento delle emozioni e dei ricordi», ricorda il regista.

Un regista tra ironia e pessimistica lucidità

Conosciuto per la sua comicità geniale, Woody Allen non nasconde un lato oscuro e profondamente riflessivo.

Nel corso dell’intervista, esprime un profondo scetticismo verso la religione e la politica contemporanea, definendo la religione «perniciosa» e strumentalizzata, e criticando aspramente l’ex presidente americano George W. Bush, simbolo per lui di un’epoca di errori e tragedie. «Non credo nella felicità permanente, ma solo in piccoli sprazzi che illuminano la vita, spesso fosca e tragica».

Sul fronte cinematografico, Allen riflette sull’evoluzione del suo pubblico, soprattutto negli Stati Uniti. «Forse il pubblico americano mi segue meno, ma non lavoro per il successo commerciale. Dopo i grandi successi di Io e Annie e Manhattan, mi hanno detto che avrei dovuto replicare quel modello, ma io ho sempre voluto sperimentare».

Il regista sottolinea come molti dei suoi film successivi abbiano riscosso maggiore successo critico e di pubblico rispetto alle prime commedie demenziali della sua carriera. Allen si sente comunque in buona compagnia, confrontando i suoi risultati con quelli di registi leggendari come Bergman e Fellini, che non hanno mai raggiunto il box office dei blockbuster hollywoodiani.

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