
Dichiarazione dei redditi, niente CU per questa categoria - Cinezapping.com
Per questa categoria non serve più la CU – Certificazione Unica – per la Dichiarazione dei Redditi: cosa bisogna fare.
Con l’arrivo della stagione della dichiarazione dei redditi, molti contribuenti si trovano ad affrontare importanti novità normative. Un decreto del 2024 ha introdotto cambiamenti significativi per alcuni lavoratori, in particolare per coloro che operano con partita IVA in regime forfettario.
Questa novità riguarda l’abolizione della Certificazione Unica (CU), un documento fondamentale per la compilazione della dichiarazione. Ma cosa significa tutto ciò e come devono procedere i contribuenti per adempiere correttamente ai loro obblighi fiscali?
Dichiarazione dei Redditi, non serve la CU per loro
Il Decreto Legislativo numero 1 del 2024, noto come Decreto Semplificazione, ha come obiettivo quello di snellire le procedure burocratiche legate agli adempimenti fiscali. Tra le misure più rilevanti, c’è l’abrogazione dell’obbligo di emissione della Certificazione Unica per i titolari di partita IVA in regime forfettario. Questo cambiamento è entrato in vigore il 1° gennaio 2025 e si applica alla dichiarazione dei redditi relativa all’anno fiscale 2024. Fino ad oggi, i lavoratori in regime forfettario utilizzavano la CU per raccogliere informazioni sui compensi percepiti dai vari committenti e sulle ritenute subite. Con l’abolizione di questo documento, i contribuenti devono ora rivedere le modalità di presentazione della loro dichiarazione.
La principale novità consiste nel fatto che i lavoratori in regime forfettario non riceveranno più la CU, ma dovranno basare la loro dichiarazione sui dati contenuti nelle fatture emesse. Questi contribuenti dovranno sommare i compensi ricevuti, tenendo conto delle fatture emesse e delle eventuali ritenute subite. La responsabilità di verificare e raccogliere queste informazioni ricade interamente sui contribuenti, che devono essere particolarmente attenti nella gestione della documentazione. Questa modifica si inserisce nel contesto più ampio dell’introduzione della fattura elettronica, che ha già reso più trasparenti e tracciabili i flussi economici. È fondamentale seguire il principio di cassa, che considera solo i compensi effettivamente incassati nell’anno fiscale di competenza.

Questa novità, sebbene mirata a semplificare il processo di dichiarazione, presenta alcune sfide significative. La principale difficoltà riguarda la necessità di controllare ogni singola fattura per assicurarsi che i dati siano corretti e completi. La mancanza di una CU rende più complesso il lavoro di verifica, poiché ogni contribuente dovrà dedicare tempo a ricostruire i propri redditi a partire dalle fatture emesse. Inoltre, la richiesta di conservare non solo le fatture, ma anche le ricevute dei pagamenti, complica ulteriormente la situazione. È fondamentale organizzare un sistema di archiviazione efficace, che permetta di recuperare facilmente i documenti richiesti in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Anche se l’obiettivo del decreto è quello di ridurre gli errori legati alla Certificazione Unica, la responsabilità finale ricade ora interamente sui contribuenti. Il Decreto Semplificazione si propone di rendere più agevole il percorso burocratico, eliminando passi considerati superflui. Tuttavia, la transizione verso questo nuovo sistema richiede che i contribuenti siano ben informati e preparati. È fondamentale che ognuno comprenda il proprio ruolo e le responsabilità nel processo di dichiarazione, poiché ora più che mai la precisione e la correttezza dei dati forniti sono essenziali.
Per facilitare questa transizione, è utile che i contribuenti si informino adeguatamente sulle nuove modalità di adempimento e considerino di partecipare a corsi di formazione o seminari informativi. La gestione accurata delle fatture e dei pagamenti non è solo un obbligo legale, ma anche un elemento cruciale per il successo delle proprie attività professionali.