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L’INPS e l’assegno sociale per i separati: evita l’errore che ti costa il sussidio

L'INPS e l'assegno sociale per i separatiCome mantenere il sussidio anche da separati - cinezzaping.com

Anche dopo una separazione è possibile richiedere l’assegno sociale, ma attenzione, si rischia di perdere tutto.

Certe forme di sostegno pubblico nascono per rispondere a bisogni reali, ma richiedono attenzione ai dettagli e rispetto delle condizioni previste. Quando la situazione familiare cambia, anche i diritti assistenziali possono subire variazioni, e ogni richiesta va valutata con precisione e trasparenza.

La separazione tra coniugi non sempre comporta l’automatica perdita o acquisizione di un diritto previdenziale, soprattutto se il nucleo familiare resta fiscalmente unito. Nel caso dell’assegno sociale, la valutazione si basa su reddito, residenza e composizione del nucleo, non solo sullo stato civile dichiarato.

L’assegno sociale per coniugi separati, come funziona?

L’assegno sociale è una prestazione assistenziale riservata a chi ha redditi bassi e ha compiuto almeno 67 anni, con requisiti di residenza e soggiorno. Nel 2026, il limite di reddito personale è fissato a 7.102,34 euro annui, mentre per i coniugati la soglia sale a 14.204,68 euro.

L'INPS e l'assegno sociale per i separati

Anche in caso di separazione è possibile mantenere i sussidi – cinezapping.com

Se il coniuge è separato ma ancora fiscalmente a carico, il reddito viene comunque considerato ai fini della verifica, impedendo l’accesso all’assegno. Solo in caso di separazione legale con residenza distinta e autonomia fiscale, il richiedente può essere valutato come singolo.

La Corte di Cassazione ha chiarito che la separazione non basta: serve la prova di una reale divisione economica e abitativa tra i coniugi. La semplice dichiarazione non è sufficiente, l’INPS verifica la residenza, lo stato di famiglia e la situazione fiscale per accertare la veridicità.

Chi vive con il coniuge, anche se separato, viene considerato parte del nucleo familiare e il reddito complessivo può superare la soglia prevista. In questo caso, l’assegno sociale non viene riconosciuto, oppure viene erogato in forma ridotta, secondo le regole di compatibilità.

La separazione consensuale senza modifica della residenza non produce effetti sull’accesso alla prestazione, che resta legata al reddito coniugale. Solo una separazione giudiziale con residenza distinta e dichiarazione fiscale autonoma consente di essere considerati come soggetti singoli.

Il richiedente deve dimostrare di non ricevere alcun contributo economico dal coniuge e di vivere in condizione di effettiva autosufficienza. La documentazione deve essere completa e aggiornata, perché ogni omissione può comportare il rigetto della domanda o la revoca del beneficio.

L’INPS effettua controlli incrociati con l’Agenzia delle Entrate e l’anagrafe comunale, verificando la coerenza tra quanto dichiarato e quanto risulta ufficialmente. In caso di incongruenze, l’assegno può essere sospeso o revocato, con obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite.

La separazione deve essere reale, non solo formale: vivere sotto lo stesso tetto o condividere spese può escludere il diritto all’assegno. Ogni caso viene valutato singolarmente, tenendo conto della situazione patrimoniale, abitativa e fiscale del richiedente e del coniuge.

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