
Contrasta lo stress lavorativo così - (cinezapping.com)
Nel cuore delle nostre città, spesso dominate dal cemento e dall’asfalto, un nuovo modello di convivenza tra uomo e natura si fa strada
Una risposta alle crescenti esigenze di benessere mentale e ambientale. La regola del 3-30-300, ideata dall’ecologo forestale e docente olandese Cecil Konijnendijk, si propone come una linea guida semplice ma rivoluzionaria per migliorare la qualità della vita urbana, andando oltre il mero decoro estetico.
La regola del 3-30-300 si presenta quindi come un modello concreto per progettare città più sane e vivibili, creando un equilibrio tra ambiente costruito e natura, in grado di proteggere la salute mentale e favorire la sostenibilità ambientale.
La regola del 3-30-300 e i suoi benefici per la salute mentale
La regola del 3-30-300 stabilisce che ogni cittadino dovrebbe poter vedere almeno tre alberi dalla propria finestra, vivere in un quartiere con almeno il 30% di copertura arborea e avere accesso a un parco o a una foresta a meno di 300 metri dalla propria abitazione o luogo di lavoro. Questa misura, nata dalla lunga esperienza di Konijnendijk nel campo del verde urbano e forestale, risponde a un bisogno ormai evidente: l’uomo moderno necessita del contatto con la natura per preservare la propria salute mentale.

Durante la pandemia, l’isolamento forzato ha portato a una maggiore consapevolezza di quanto la mancanza di spazi verdi possa essere dannosa. Studi scientifici consolidati hanno dimostrato che l’esposizione al verde permette alla corteccia prefrontale del cervello di “riposare” dal sovraccarico di stimoli quotidiani. David Strayer, psicologo cognitivo dell’Università dello Utah, ha evidenziato come trascorrere almeno tre giorni in un ambiente naturale possa migliorare del 50% la capacità di problem solving e aumentare la creatività, segno di un profondo effetto rigenerativo sul cervello.
Rachel Kaplan, psicologa dell’Università del Michigan, spiega che l’attenzione diretta, costantemente sollecitata nel mondo urbano, si affatica e produce impulsività e irritabilità. L’ambiente verde, al contrario, favorisce un’attenzione “automatica” che consente un vero e proprio recupero mentale, traducendosi in benessere psicologico e migliori performance nelle attività quotidiane.
Ulteriori ricerche, come quelle di Richard Louv, hanno messo in luce le gravi conseguenze di una vita lontana dal verde, che include un aumento della mortalità infantile e adulta, disturbi psicofisici come obesità, diabete, malattie cardiovascolari, carenza di vitamina D e miopia. Louv ha definito questo fenomeno “deficit di natura”, indicando un problema di salute pubblica legato alla progressiva alienazione dall’ambiente naturale.
Oltre ai benefici diretti sulla salute umana, la diffusione della copertura arborea urbana contribuisce a contrastare l’effetto “isola di calore” tipico delle città, dove l’asfalto e il cemento immagazzinano e rilasciano calore, innalzando le temperature locali. Gli alberi, invece, regolano la temperatura, migliorano la capacità di assorbimento delle acque piovane, riducendo il rischio di allagamenti, e favoriscono la biodiversità, essenziale per mantenere in equilibrio ecosistemi urbani e rurali.
Inoltre, un maggior numero di alberi aiuta a purificare l’aria, riducendo le concentrazioni di anidride carbonica e altre sostanze inquinanti. Questo aspetto è cruciale in un’epoca di emergenza climatica, dove le città devono giocare un ruolo attivo nella mitigazione dei cambiamenti climatici.
Paesi come la Svezia, con città come Göteborg e Malmö, hanno già integrato la regola del 3-30-300 nei propri piani urbanistici, mentre altri Stati europei, inclusi Paesi Bassi, Danimarca e Germania, stanno avviando iniziative simili. Nei Paesi nordici, inoltre, vige da decenni la cosiddetta “regola dei 15 minuti”, che prevede che ogni cittadino possa raggiungere a piedi uno spazio verde in massimo un quarto d’ora.