
NCIS, dopo anni svelato mistero su Gibbs ( Fonte Rai Play ) - cinezapping.com
Perché Gibbs lascia sempre la porta di casa aperta in NCIS? Una riflessione profonda svela il senso nascosto di un’abitudine che parla di lutto, solitudine e legami umani.
Durante le diciannove stagioni di NCIS – Unità anticrimine, gli spettatori si sono abituati a vedere Leroy Jethro Gibbs, interpretato da Mark Harmon, aprire la sua casa a colleghi e amici. Nessuna chiave, nessun campanello: la porta resta sempre socchiusa, come se non esistesse alcuna barriera tra il mondo esterno e il suo spazio privato. Un’abitudine strana, soprattutto per un uomo formato nei Marine, abituato a prevedere ogni rischio e a difendersi da ogni minaccia. Eppure, quel dettaglio narrativo che passa spesso in secondo piano si carica di senso, rivelando una ferita invisibile che ha segnato per sempre il personaggio.
Gibbs e la porta mai chiusa: un gesto che racconta la perdita
Il comportamento di Gibbs ha interrogato a lungo i fan della serie. Perché un uomo così prudente lascia la porta aperta? La risposta è arrivata, in parte, da Cote de Pablo, l’attrice che ha interpretato Ziva David. Durante il podcast “Off Duty: An NCIS Rewatch”, condotto con Michael Weatherly (Tony DiNozzo), de Pablo ha offerto un’interpretazione che ha dato forma a un gesto rimasto finora inspiegato: Gibbs non chiude perché non ha più nulla da proteggere.
La tragica morte della prima moglie Shannon e della figlia Kelly, uccise da un narcotrafficante mentre lui era in missione, ha lasciato una frattura che non si è mai rimarginata. Da allora, quella casa non è più un rifugio, ma un contenitore vuoto, privo del significato che aveva prima. Lasciare la porta aperta diventa così un atto di resa, un modo per dire che ciò che poteva essere difeso è andato perduto, e che nessuna chiusura fisica potrà proteggere ciò che è già stato strappato via.

È una scelta che va oltre la logica della sicurezza. Gibbs non si espone per imprudenza, ma per disillusione. La casa, spoglia e silenziosa, non è più un luogo da custodire, ma uno spazio in cui convivere con il vuoto. Una porta aperta è un gesto semplice, ma rivela una visione del mondo cambiata: dopo la perdita, nulla ha più valore abbastanza da essere protetto con la stessa determinazione di un tempo.
La porta aperta come invito: fragilità, relazioni e resistenza silenziosa
Il gesto di lasciare la porta socchiusa può essere letto anche in un altro modo. Non solo disinteresse per la sicurezza, ma disponibilità all’incontro. Gibbs non parla molto, ma costruisce relazioni profonde. Chi lo conosce sa che, dietro la durezza e l’autodisciplina, c’è un uomo che ha imparato ad affidarsi agli altri. Tenere la porta aperta significa anche non chiudere il mondo fuori, accettare che nonostante il dolore, qualcuno può ancora entrare.
Il laboratorio in cui costruisce barche a mano, la mancanza di tecnologia, l’arredamento essenziale: tutto parla di un’esistenza ridotta all’essenziale, spogliata di ciò che è superfluo, ma ancora capace di ospitare chi è parte di quel poco che rimane. Il team dell’NCIS non è solo un gruppo di lavoro: è la sua famiglia ricostruita. Le relazioni con Abby, Ducky, McGee, Tony, Ziva – e più tardi altri ancora – sono l’argine che impedisce al dolore di travolgerlo del tutto.
In questo contesto, la porta aperta è anche un messaggio silenzioso di fiducia. Nonostante tutto, Gibbs continua a credere nelle persone. La sua casa non è blindata perché il suo mondo, per quanto ridotto e segnato, è ancora accessibile. Un rifugio che ha smesso di essere difeso, ma che resta aperto a chi sa entrarci con rispetto.
Chi segue NCIS da anni sa che ogni gesto di Gibbs ha un peso. La porta lasciata aperta non è una dimenticanza. È un simbolo costruito nel tempo, capace di dire molto più di mille parole. In quel varco sempre socchiuso c’è tutto: la sua storia, il suo dolore, la sua resistenza. E anche, forse, la speranza che qualcuno possa ancora attraversarla.