
Stangata imprevista sulle tasse - cinezapping.com
Una brutta novità per migliaia di contribuenti italiani che si ritroveranno a pagare più tasse del previsto.
C’è chi pensava di aver fatto un affare e invece si ritroverà con un conto salato tra le mani, saranno in migliaia a pagare. Quando si tratta di fisco, nulla è mai davvero semplice e dietro a ogni vantaggio fiscale si nasconde spesso un risvolto molto meno piacevole.
Il concordato preventivo biennale, aveva inizialmente fatto tirare un sospiro di sollievo a molti contribuenti, che aderendo alla proposta speravano di pagare meno tasse. Ma la misura introdotta per offrire una previsione stabile e semplificata di tassazione per il biennio 2024-2025 si è rivelata una lama a doppio taglio.
Più tasse per tutti, un vero salasso
L’accordo è un’opportunità appetibile per chi teme fluttuazioni imprevedibili nel proprio fatturato, valido per soggetti ISA e anche per chi è in regime forfettario. In teoria, il preventivo biennale, riguarda anche i contributi previdenziali, ma la regola generale vuole che anche questi vengano calcolati sul reddito concordato.

Il problema nasce però per chi non versa all’INPS, ma a una cassa privata, in questo caso, la norma lascia margine di autonomia agli enti. Quasi nessuno degli enti ha però deciso di applicare lo stesso meccanismo agevolato, riducendo di fatto l’efficacia del nuovo meccanico e relegandola alle tasse da pagare.
La beffa si consuma così a carico di avvocati, commercialisti, giornalisti, ingegneri e tutte le altre categorie professionali iscritte a casse previdenziali autonome. Molti di loro, pensando di aver bloccato a ribasso anche il versamento dei contributi, si ritroveranno così invece a doverli calcolare sul reddito effettivo.
Lo ha chiarito, per esempio, la Cassa Forense, che ha già da tempo ribadito l’irrilevanza del concordato preventivo per i fini contributivi rispetto ai proprio. Stessa linea seguita anche dalla Cassa Commercialisti e dall’INPGI, la cassa dei giornalisti, le regole interne non si piegano al nuovo meccanismo fiscale.
Chi ha lavorato di più e guadagnato più del previsto, magari pensando che non avrebbe avuto impatti negativi, ora si trova in una situazione paradossale. Meno tasse da pagare, che è un vantaggio non indifferente, ma contributi previdenziali pieni, da calcolare sul reddito reale e da versare entro l’anno.
Un paradosso finisce col pesare proprio su quei professionisti che avevano aderito al concordato per pianificare meglio le proprie spese e avere una certezza solida. Invece, l’unica certezza è che dovranno mettere mano al portafogli, la promessa di un regime agevolato per alcuni, si è trasformata in una stangata imprevista.