
Il caso emblematico: quando l’hotel non è come promette(www.cinezapping.com)
L’arrivo della stagione estiva porta con sé una consueta impennata nelle prenotazioni online per vacanze e soggiorni in alberghi.
Un recente caso giudiziario conferma infatti che se le foto dell’albergo non corrispondono alla realtà, il turista ha diritto a un rimborso, a patto di dimostrare l’inganno.
Nel 2018 un cittadino milanese ha prenotato una settimana in un hotel a Vieste, rinomata località balneare pugliese del Gargano. Le immagini pubblicate su Booking mostravano una struttura con piscina e palestra, servizi che invece, una volta arrivato sul posto, si sono rivelati molto diversi: una piccola vasca da bagno al posto della piscina e qualche attrezzo abbandonato in giardino, ben lontani dalle aspettative costruite dalle foto.
Il turista ha speso oltre 2.000 euro per questa vacanza, ma deluso dalla realtà ha chiesto un rimborso che inizialmente gli è stato negato dal gestore della struttura. Dopo aver rifiutato un’offerta risarcitoria di soli 100 euro da parte della piattaforma di prenotazione, il viaggiatore ha deciso di rivolgersi al tribunale di Milano. Dopo tre anni di processo, il giudice di pace ha stabilito che l’hotel dovrà restituire l’intero importo speso per la vacanza, oltre a coprire le spese legali.
Questa sentenza rappresenta un importante precedente nel panorama del diritto dei consumatori, sottolineando come le pubblicità ingannevoli online possano causare danni economici significativi e come i giudici siano sempre più attenti a tutelare il turista.
Cresce il fenomeno delle inserzioni false e il rischio phishing nel settore turistico
L’esempio di Vieste non è isolato: sempre più spesso i viaggiatori si trovano davanti a inserzioni ingannevoli o addirittura inesistenti sul web. A questo si somma la crescita dei siti di phishing legati al turismo, un fenomeno che ha raggiunto un picco del 50% nella prima metà di luglio 2025, secondo un’indagine di Ermes – Intelligent Web Protection.
Tra i bersagli preferiti dai criminali informatici ci sono le prenotazioni online di voli, hotel, crociere e anche le richieste di visto per l’estero. La combinazione tra l’emotività del consumatore, in cerca di offerte last-minute, e la complessità del mercato turistico online, rende il settore particolarmente vulnerabile.
Per questo motivo è fondamentale che chi prenota online verifichi attentamente la reputazione della struttura, legga recensioni verificate e, in caso di discrepanze, si rivolga alle autorità competenti o alle piattaforme di tutela dei consumatori.

La storia di questo caso parte da Milano, capitale economica e culturale d’Italia, con oltre 1,3 milioni di abitanti e un ruolo da protagonista nel panorama italiano. Milano è infatti un centro nevralgico per gli affari ma anche per i servizi turistici, con numerose prenotazioni che partono proprio dalla città lombarda.
Dall’altra parte, Vieste rappresenta una delle perle del turismo pugliese: un comune di circa 13.000 abitanti situato sul promontorio del Gargano, noto per le sue spiagge e il suo centro storico medievale. La località ha ottenuto negli ultimi anni numerosi riconoscimenti, tra cui la Bandiera Blu, grazie alla qualità delle acque e dei servizi offerti.
La vicenda giudiziaria raccontata dimostra come l’immagine turistica di località rinomate come Vieste possa essere danneggiata da pratiche scorrette, incidendo non solo sull’esperienza personale dei viaggiatori ma anche sulla reputazione complessiva del territorio.
Consigli per evitare truffe e come agire in caso di discrepanze
Alla luce dei rischi evidenziati da questo caso e dall’aumento delle truffe online, si raccomanda ai turisti di adottare alcune precauzioni:
- Controllare sempre che le foto e i servizi pubblicizzati corrispondano a quanto offerto realmente, leggendo recensioni e pareri di altri utenti.
- Preferire piattaforme di prenotazione affidabili e con politiche chiare di rimborso.
- In caso di disservizi o incongruenze, segnalare immediatamente la problematica alla struttura e alla piattaforma di prenotazione, conservando tutte le prove (foto, comunicazioni, scontrini).
- Se la richiesta di rimborso viene rifiutata, valutare la possibilità di un reclamo formale o di una causa legale, come nel caso milanese.
Il caso di Vieste, con la sentenza favorevole al turista, rappresenta un importante passo avanti per la tutela dei consumatori nel turismo digitale, un settore in cui la trasparenza e l’onestà sono fondamentali per garantire vacanze serene e senza sorprese.