
ISEE e carte prepagate - (cinezapping.com)
Questi strumenti, anche se di modesta entità, devono essere sempre dichiarati nella Dichiarazione Sostitutiva Unica
Negli ultimi anni, il sistema di calcolo dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) ha subito modifiche significative, ma permangono insidie e dettagli da considerare, specialmente per quanto riguarda gli strumenti finanziari. Tra questi, le carte prepagate sono strumenti di pagamento sempre più comuni, ma possono influire in modo sorprendente sul calcolo dell’Isee. Se pensi che la tua carta prepagata non possa avere un impatto sulla tua situazione economica, è tempo di rivedere questa convinzione.
La pianificazione e la consapevolezza possono fare la differenza nel garantire che tu e la tua famiglia possiate accedere a tutte le agevolazioni di cui avete diritto, senza incorrere in sanzioni o inaspettate perdite di benefici.
Carte prepagate: un elemento da non trascurare
Il primo passo per comprendere il calcolo dell’Isee è conoscere la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU). Questo documento è fondamentale, poiché raccoglie tutte le informazioni relative ai redditi e al patrimonio del nucleo familiare. Molti contribuenti, però, compilano la DSU senza prestare la dovuta attenzione a tutti gli elementi da dichiarare. Non basta dichiarare i redditi da lavoro o le proprietà immobiliari; anche gli strumenti finanziari, per quanto possano sembrare insignificanti, possono avere un impatto significativo.

Nel contesto della DSU, è essenziale includere ogni forma di patrimonio, comprese le carte prepagate. In particolare, le carte prepagate possono essere utilizzate per ricevere pagamenti, gestire spese quotidiane e accumulare risparmi, rendendole parte integrante della situazione economica del nucleo familiare.
Fino a poco tempo fa, i titoli di Stato fino a 50.000 euro erano esclusi dal calcolo dell’Isee, una modifica volta a sostenere i piccoli risparmiatori e favorire l’accesso a prestazioni sociali. Tuttavia, è importante notare che questa esclusione non si applica a tutti i titoli e non compensa eventuali omissioni di altre forme di patrimonio, come le carte prepagate.
Se possiedi titoli di Stato per importi superiori a 50.000 euro, questi continueranno a essere conteggiati nel tuo patrimonio mobiliare e, di conseguenza, possono influire sul tuo Isee. Anche se i titoli di Stato non vengono considerati per importi inferiori, devono comunque essere dichiarati nella DSU. Ogni aspetto della tua situazione finanziaria deve essere valutato e riportato per evitare sorprese sgradite.
Una delle questioni più comuni riguarda se le carte prepagate debbano essere dichiarate nell’Isee. La risposta è chiara: sì, devono sempre essere incluse. Non importa se la carta ha un IBAN o meno; ciò che conta è il valore presente. Se la tua carta prepagata contiene denaro, anche se si tratta di una piccola cifra, questo saldo deve influire sul tuo Isee e deve essere riportato nella DSU.
Le carte prepagate con IBAN devono essere inserite nella sezione dedicata ai conti correnti, mentre quelle senza IBAN devono essere dichiarate in un’altra sezione. In entrambi i casi, è fondamentale includere il saldo e la giacenza media dell’anno precedente. Anche un importo modesto può influire sul risultato finale del calcolo dell’Isee, portando a un incremento dell’indicatore e, conseguentemente, a una riduzione o perdita di accesso a bonus e agevolazioni.
Un altro aspetto cruciale da considerare è che nell’Isee vengono considerati i dati di tutto il nucleo familiare, non solo di chi presenta la domanda. Questo significa che anche i conviventi, i figli e il coniuge devono essere inclusi nel calcolo. Pertanto, se un figlio maggiorenne ha una carta prepagata, questa deve essere dichiarata, insieme ai suoi risparmi e investimenti. Ignorare questa regola può sembrare un errore banale, ma può trasformarsi in un problema serio.