
Netflix, questa settimana lancia tre bombe - cinezapping.com
Con l’arrivo dell’estate, cresce la voglia di film da vedere al fresco: ecco tre titoli Netflix da recuperare, tra animazione, horror e commedia italiana, per una serata senza pensieri.
Con il caldo che inizia a farsi sentire, l’idea di restare in casa con il condizionatore acceso e un buon film in sottofondo diventa quasi un riflesso automatico. E mentre fuori la città si svuota e il traffico si fa più lento, cresce il desiderio di qualcosa che intrattenga, emozioni o almeno tenga compagnia. Netflix, come sempre, mette a disposizione un catalogo sconfinato, ma non sempre è facile districarsi tra novità, algoritmi e contenuti sponsorizzati. Così abbiamo deciso di segnalare tre titoli che meritano una seconda visione — o magari una prima scoperta — perfetti per questo periodo dell’anno. Tra animazione intelligente, horror post-apocalittico e commedia adolescenziale italiana, ce n’è per tutti i gusti.
Z la formica: la voce fuori dal coro
Era il 1998 quando la DreamWorks fece uscire Z la formica, un film d’animazione che per molti resta ancora oggi una delle opere più sorprendenti dello studio. Dietro il design colorato e la narrazione apparentemente per ragazzi, si nasconde una riflessione profonda sul ruolo dell’individuo nella società, sul conformismo e sull’identità. La voce originale del protagonista è quella di Woody Allen, doppiato in italiano da Oreste Lionello: Z è una formica operaia, piccola, ansiosa e stanca di vivere secondo le regole della colonia, dove ogni gesto è pianificato e il dissenso non è previsto.
Il film si muove tra registri differenti: è satira, è racconto di formazione, ma è anche un’allegoria politica che parla di gerarchie, ribellione e libertà. Con un tono ironico e mai banale, la pellicola riesce a dire molto anche agli adulti, senza rinunciare al ritmo da cartone animato. In un’epoca in cui l’animazione tende spesso a rincorrere gli effetti visivi, rivedere Z la formica permette di riscoprire un approccio più narrativo, più umano. Un titolo che resta attuale, specie se si pensa alla crescente ansia collettiva di non sentirsi mai davvero protagonisti della propria esistenza.

Con l’attesa crescente per 28 anni dopo, il sequel che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi, vale la pena tornare su uno dei capitoli precedenti: 28 settimane dopo. Ambientato, come suggerisce il titolo, sei mesi dopo la prima esplosione del virus che ha devastato Londra, il film cambia registro rispetto all’originale di Danny Boyle ma mantiene la stessa tensione costante e una visione cupa del destino umano.
Qui, la città sembra tornata sotto controllo. Gli americani hanno ripreso le redini, i quartieri sono in fase di bonifica, le famiglie iniziano timidamente a rientrare. Ma basta un errore minimo, un singolo contatto, e il virus Rage torna a diffondersi, spazzando via ogni illusione di stabilità. Il film lavora bene sui contrasti: tra ordine e caos, tra apparente sicurezza e panico incontrollato. E sebbene Boyle non sia più alla regia, il tono visivo resta disturbante, crudo, con sequenze di fuga che tengono incollati.
C’è anche una dimensione più personale che emerge, legata alla figura dei sopravvissuti e dei nuovi arrivati, alla paura che si annida anche nei legami più intimi. E poi c’è lui, Robert Carlyle, in una delle sue interpretazioni più spietate e umane insieme. In un’epoca post-pandemica come la nostra, rivedere 28 settimane dopo acquista sfumature nuove, meno fantascientifiche, più familiari.
Notte prima degli esami: quando tutto sembrava possibile
Difficile non averlo mai visto, ma ogni tanto serve tornarci. Notte prima degli esami è uscito nel 2006, ma racconta l’estate del 1989. Il regista Fausto Brizzi costruisce un racconto semplice e sincero su un gruppo di ragazzi che si prepara alla maturità: ci sono gli amori sbilenchi, le ansie per il futuro, le liti coi genitori, i professori autoritari e quelli che lasciano un segno.
Il film ha il merito di non scadere nella nostalgia spicciola: i riferimenti agli anni ’80 sono presenti, ma non invadenti. L’attenzione resta sempre sui personaggi, sui loro piccoli drammi e le loro felicità improvvise. La colonna sonora, con Vasco Rossi, Rino Gaetano e Antonello Venditti, fa il resto. Non è un caso se Notte prima degli esami sia diventato un piccolo cult: perché riesce a parlare di quella fase della vita in cui tutto sembra ancora possibile, anche se nulla è davvero sotto controllo.
Rivederlo oggi, magari mentre fuori si sente il rumore dei motorini o le finestre dei palazzi restano aperte per il caldo, restituisce una dimensione familiare, autentica. È un film che non pretende di insegnare nulla, ma che sa raccontare bene l’estate, la fine dell’adolescenza, la leggerezza di sentirsi vivi, anche solo per una notte.