
Stangata per gli italiani: la spesa costerà oltre 700 euro in più - Cinezapping.com
Aumenta il costo della spesa, brutte notizie per tutti gli italiani: spenderemo quasi 700 euro in più. Ecco perché.
Dopo un periodo di relativa stabilità, l’inflazione in Italia torna a segnare un lieve aumento nel mese di giugno 2025, con ripercussioni importanti sul costo della vita delle famiglie italiane.
I dati preliminari diffusi dall’Istat mostrano un incremento dell’1,7% su base annua, leggermente superiore all’1,6% registrato a maggio. Il rialzo mensile dello 0,2%, seppur contenuto, evidenzia la persistenza di tensioni inflazionistiche su comparti fondamentali come l’energia, i trasporti e soprattutto gli alimentari.
L’aumento dell’inflazione e il peso sul carrello della spesa
L’indice nazionale dei prezzi al consumo rilevato dall’Istat per giugno 2025 conferma un aumento generalizzato dei prezzi, con un impatto diretto sul cosiddetto carrello della spesa. Questa voce, rappresentativa dei beni di consumo più frequenti e indispensabili, ha subito un’accelerazione, segnando un incremento dell’1,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, contro l’1,8% di maggio. Il fenomeno si traduce in un aggravio significativo per le famiglie italiane, in particolare per quelle a reddito medio-basso. Secondo le stime degli esperti, una famiglia tipo con due figli potrebbe trovarsi a dover sostenere un esborso aggiuntivo annuo di circa 761 euro, mantenendo invariati i propri consumi.
L’inflazione alimentare è tra le principali responsabili di questo aumento: la frutta fresca ha registrato un rialzo del 7,1%, mentre la carne è salita del 4,5%. Anche verdure e latticini mostrano trend al rialzo, aggravando ulteriormente la pressione economica sulle famiglie, soprattutto quelle numerose. Un elemento di novità positiva arriva dalla componente energetica regolamentata, che pur restando in territorio positivo, ha evidenziato un rallentamento significativo nella crescita dei prezzi: +22,7% a giugno contro il +29,3% di maggio. Questo rallentamento ha contribuito a contenere la spinta inflazionistica complessiva, riducendo in parte il peso delle bollette sulle tasche degli italiani.
Anche i prezzi dei beni energetici non regolamentati mostrano un primo segnale di stabilizzazione, sebbene permangano su livelli elevati. Tuttavia, questa moderazione non è sufficiente a compensare l’aumento dei prezzi di altri beni essenziali, in particolare alimentari e servizi di trasporto. Il settore dei trasporti ha registrato incrementi rilevanti. Il trasporto marittimo è cresciuto del 17,9%, mentre quello su strada è aumentato dell’1,9. Questi rialzi sono influenzati sia dall’aumento del costo dei carburanti sia dalla stagionalità legata al periodo estivo e all’incremento del turismo. L’effetto si riverbera su molteplici settori, dal commercio alla logistica, con un impatto diretto sull’economia reale e sui consumatori.

Confcommercio ha sottolineato come, nonostante i prezzi restino sotto controllo, sia ora fondamentale un “cambio di passo sul fronte della fiducia”. Solo una maggiore serenità di famiglie e imprese nel tornare a investire e spendere potrà evitare il rischio di una stagnazione prolungata dell’economia italiana. Le previsioni macroeconomiche dell’Eurosistema indicano un’inflazione media del 2,0% per l’area euro nel 2025, con un calo atteso all’1,6% nel 2026, grazie a una progressiva stabilizzazione dei prezzi dell’energia e al rafforzamento dell’euro sui mercati internazionali. Tuttavia, per l’Italia le sfide restano aperte, soprattutto per quanto concerne la tutela del potere d’acquisto delle famiglie e l’evoluzione del mercato del lavoro.
L’inflazione italiana si presenta quindi con caratteristiche particolari: meno legata all’energia come nelle fasi precedenti, ma sempre più influenzata dall’aumento dei prezzi di beni di prima necessità e servizi essenziali. Questa dinamica rende più difficile per le famiglie italiane affrontare le spese quotidiane, alimentando un clima di incertezza e di difficoltà nella ripresa dei consumi. Il quadro attuale impone un monitoraggio costante dell’evoluzione dei prezzi nei prossimi mesi, in cui le politiche fiscali e il sostegno al reddito delle famiglie giocheranno un ruolo cruciale per contenere gli effetti dell’inflazione e sostenere la crescita economica.