
Aumenta di 70 euro questa tassa: chi dovrà pagare - Cinezapping.com
Annunciata l’aumento di questa tassa di circa 70 euro, pessime notizie per tutti questi cittadini: cosa devi fare subito.
La regione Piemonte si trova a un bivio cruciale riguardo alla revisione dell’addizionale Irpef regionale, una manovra che potrebbe tradursi in un aumento fino a 70 euro annui per molti contribuenti.
La questione è al centro di un acceso dibattito politico e attende il parere definitivo della Corte dei Conti, previsto per il 16 luglio, prima di eventuali decisioni ufficiali.
La riforma dell’Irpef e l’impatto sulle addizionali regionali
La necessità di adeguare le addizionali Irpef regionali scaturisce dalla riforma nazionale dell’Irpef, che ha modificato la struttura degli scaglioni da quattro a tre, con effetti già consolidati a livello centrale. Tuttavia, le addizionali regionali piemontesi sono ancora calcolate sui vecchi quattro scaglioni, una situazione che deve essere aggiornata entro l’inizio del 2028 per uniformarsi alla normativa nazionale. L’adeguamento è vincolato da una perdita stimata di circa 150 milioni di euro annui per la Regione Piemonte, cifra che rende quasi inevitabile un aumento delle aliquote per compensare il mancato gettito.
L’assessore regionale Andrea Tronzano ha sottolineato che, al momento, si tratta solo di un’ipotesi e non di una decisione definitiva, con l’obiettivo dichiarato di non aumentare le tasse ma semplicemente di bilanciare la riduzione dei ricavi. L’ipotesi attualmente al vaglio prevede di escludere dall’aumento i redditi fino a 15.000 euro, proteggendo così i nuclei più vulnerabili. Tuttavia, la riforma comporta l’accorpamento del secondo e terzo scaglione, che comprendono redditi da 15.000 a 50.000 euro. Questo comporterebbe un incremento dell’aliquota dello 0,62% per i contribuenti con redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro, corrispondente a un esborso aggiuntivo di circa 70 euro annui.
Questa misura mira esclusivamente a neutralizzare gli effetti della riforma Irpef nazionale e a garantire la sostenibilità finanziaria del bilancio regionale. La riforma, infatti, ha già visto altre regioni come Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Marche e Toscana intervenire con adeguamenti simili, ma sempre con una particolare attenzione a non gravare eccessivamente sui redditi più bassi. Il possibile aumento delle addizionali Irpef ha suscitato reazioni contrastanti all’interno del panorama politico piemontese. Le forze di opposizione sono compatte nel chiedere un’immediata sospensione di ogni ipotesi di incremento, soprattutto per tutelare il ceto medio, già sotto pressione economica.

Il Movimento 5 Stelle ha espresso forte preoccupazione per il rischio di ulteriori aggravi fiscali dopo episodi recenti come l’aumento del bollo auto sulle vetture ibride, ritenendo inaccettabile un ulteriore peso sulle famiglie e sui lavoratori con redditi medi. Alleanza Verdi e Sinistra ha criticato apertamente l’apertura dell’assessore Tronzano all’aumento, sottolineando come l’aliquota massima per lo scaglione più elevato sia già raggiunta, per cui eventuali incrementi ricadrebbero esclusivamente sugli scaglioni inferiori, cioè proprio sui redditi medi.
Il Partito Democratico ha invece chiesto massima trasparenza sulle cifre e sugli effetti concreti dell’eventuale modifica, evidenziando come sia fondamentale comunicare con chiarezza ai cittadini l’impatto reale di tali misure. Per ora, l’esito del parere della Corte dei Conti rappresenta l’elemento chiave che determinerà le prossime mosse della Regione Piemonte in materia di addizionale Irpef e fiscalità regionale. La decisione finale dovrà bilanciare la necessità di adeguare le entrate con la tutela dei contribuenti più esposti alle difficoltà economiche.