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Published on Luglio 6th, 2012 | by ngiomoraca

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Stanley Kubrick fotografo in esposizione al PAN di Napoli

“Se non fosse diventato un regista geniale, forse sarebbe diventato un fotografo geniale”. Questo lo slogan ufficiale della mostra fotografica in esposizone al PAN| Palazzo delle Arti di Napoli dal 13 Luglio al 9 Settembre 2012. L’eveto vede il sostegno del Comune di Napoli, assessorato alla Cultura e al Turismo in collaborazione con Museum of the City of New York e per la prima volta il supporto de Musées Royaux Des Beaux Artes de Belgique.

La mostra fotografica sarà un viaggio introspettvo nel mondo del famoso regista di Arancia Meccanica esplorando il lato prettamente umano dello stesso; il manifesto dice così: “sorprendenti ed intriganti i lavori fotografici di un giovanissimo Stanley Kubrick 1945-1950 – Il talento inesplorato di uno dei più grandi geni cinematografici del dopoguerra regista di Lolita, Arancia meccanica, Eyes Wide Shut”.

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Stanley Kubrick | © STF / Getty Images

A soli 17 anni, il giovane Kubrick viene assunto dalla rivista Look Magazine – tra le più importanti riviste degli Stati Uniti nel dopoguerra – con l’intento di immortalare con degli scatti fotografici la vita degli americani nel dopoguerra,raccontando storie di celebri personaggi come Rocky Graziano, le inquadrature di una New York in corsa per diventare la nuova capitale mondiale, o della giovane borghesia universitaria della Columbia University. L’intento, come già scritto, è quello di esplorare il lato più umano – più intimo di un giovane ragazzo che lasciò la macchina fotografica per cimentarsi nella macchina da presa e dirigere film apprezzati ancora oggi ed inseriti – di diritto – nel patrimonio culturale umano.

La mostra comprende 168 fotografie realizzate tra il 1945 e il 1950, stampate dai negativi originali e conservate nella Look Magazine Collection del Museo di New York. Fino a poco tempo – come riferiscono fonti ufficiali – questi scatti erano inediti tranne che per quei pochi stralci pubblicati nella Look Magazine. Emblematico, ad esempio, è lo scatto di un edicolante immortalato dal Kubrick fotografo mentre affranto apprendeva la notizia della morte di Roosvelt il 26 Giugno del 1945. Quello scatto stupì i manager della rivista americana che decisero di assumerlo come photo-reporter della loro rivista. Tra le opere in mostra, ancora, il ritratto dedicato al giovane attore Montgomery Clift, ripreso nel suo appartamento; il campione di boxe italo-americano Rocky Graziano, colto da Kubrick sotto la doccia, alla ricerca della sua anima più autentica, lontano dai riflettori. Con Betsy Furstenberg il regista-fotografo Kubrick riesce ad immortalare una bellezza canonica d’altri tempi, simbolo della vita mondana newyorkese, contrapposta alla vita precaria dei piccoli lustrascarpe che si aggirano agli angoli delle strade di New York con il loro sguardo altrove, lontano dalle scarpe che lucidano. Artisti del circo, con i loro retroscena, e per il genere poliziesco come in Crimini, Kubrick testimonia l’arresto di due malviventi seguendo le strategie dei poliziotti fino all’avvenuta cattura. Infine,  negli scatti della Columbia University, il giovane osserva dietro l’obiettivo il luogo d’élite dove l’America formava la classe dirigente del futuro.
La passione per la fotografia (ereditata dal padre) cela in realtà una fiction, storie di vite, di personaggi enigmatici e contraddittori. L’intento era quello di immortalare la vita comune ed elevarla a modello, proprio come si apprezzano nei suoi film e nel particolare – autentico, cioè – metodo di inquadratura focalizzato sul particolare, sull’espressione dei personaggi e sulla posizione degli oggetti e dei soggetti in scena.

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