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Published on Giugno 5th, 2012 | by Marco Valerio

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Venezia 2012: Pierfrancesco Favino e Shekhar Kapur presidenti di giuria

Dopo aver comunicato che Michael Mann sarà presidente della giuria del concorso della sessantanovesima edizione del Festival di Venezia, la Biennale ha annunciato ulteriori novità in merito alla prossima edizione della Mostra del Cinema.

Oggi la Biennale ha annunciato i presidenti di giuria di altre due sezioni: Orizzonti e Venezia Opera Prima. Si tratta di Pierfrancesco Favino e del regista Shekhar Kapur.

Ricordiamo che la Mostra del Cinema di Venezia si svolgerà dal 29 agosto all’8 settembre.

La Mostra 2012 sarà diretta da Alberto Barbera, già direttore del Festival dal 1998 al 2002.

pierfrancesco favino

Pierfrancesco Favino

Questo il comunicato stampa rilasciato dalla Biennale di Venezia:

Pierfrancesco Favino e Shekhar Kapur

Presidenti delle Giurie

Orizzonti e Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”

L’attore Pierfrancesco Favino, uno degli interpreti di maggior spicco della nuova generazione di quarantenni che sta cambiando lo star-system italiano, e il regista e produttore Shekhar Kapur (Elizabeth, Le quattro piume), il cineasta indiano di maggior prestigio internazionale, sono rispettivamente i Presidenti delle Giurie della sezione Orizzonti e del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia (29 agosto – 8 settembre 2012).

La decisione è stata presa dal Cda della Biennale presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore della Mostra Alberto Barbera.

Interprete duttile e versatile, molto amato dal pubblico cinematografico e televisivo, Pierfrancesco Favino ha vinto quest’anno il David di Donatello come miglior attore non protagonista per il ruolo dell’anarchico Pinelli in Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana, ed è candidato al Nastro d’Argento per Romanzo di una strage e per A.C.A.B. di Stefano Sollima. Capace di eccellere sia in ruoli drammatici che di commedia, apprezzato in egual misura da cineasti di genere e grandi autori, appartiene a quella ristretta cerchia di attori italiani rispettati in patria come all’estero, grazie ai ruoli attribuitigli in alcuni film hollywoodiani (Le Cronache di Narnia: il principe Caspian, 2008, di Andrew Adamson, Miracolo a Sant’Anna, 2008, di Spike Lee, Angeli e Demoni, 2009, di Ron Howard). Diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, segue poi il corso di perfezionamento diretto da Luca Ronconi. Tra i film che lo hanno messo più in evidenza: L’ultimo bacio (2000) di Gabriele Muccino, Dazeroadieci (2001) di Luciano Ligabue, Emma sono io (2002) di Francesco Falaschi, El Alamein (2002) di Enzo Monteleone, che gli è valso la candidatura al David di Donatello 2003 come miglior attore non protagonista. Nel 2003 gira Passato Prossimo di Maria Sole Tognazzi e nel 2004 è nel cast di Le chiavi di casa di Gianni Amelio, in Concorso alla 61. Mostra di Venezia e per il quale ha ricevuto la nomination per il Nastro d’argento come miglior non protagonista. A seguire: Romanzo Criminale (2005) (David di Donatello quale miglior non protagonista e Nastro d’Argento quale miglior protagonista), La sconosciuta (2006) di Giuseppe Tornatore e Saturno contro di Ferzan Ozpetek, grazie al quale ha ottenuto alla Mostra di Venezia 2007 il premio Diamanti al Cinema come migliore protagonista. Nel 2008 torna nelle sale con il film Disney Le Cronache di Narnia: il principe Caspian, con Miracolo a Sant’Anna di Spike Lee e L’uomo che ama di Maria Sole Tognazzi. Nel 2009 partecipa a Angeli e Demoni di Ron Howard. Nel 2010 è protagonista di Baciami ancora di Gabriele Muccino, Cosa voglio di più di Silvio Soldini, Figli delle stelle di Lucio Pellegrini, regista con cui presenta nel 2011 La vita facile. Nella stagione 2011/2012 è stato sugli schermi con L’industriale di Giuliano Montaldo, A.C.A.B. di Stefano Sollima, Posti in piedi in Paradiso di Carlo Verdone e Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana.

Shekhar Kapur non è soltanto il cineasta indiano di maggior prestigio internazionale – conquistato in virtù dei successi bollywoodiani che hanno caratterizzato la prima parte della sua carriera e, in seguito, per aver diretto alcune grandi produzioni inglesi e americane – ma anche un raffinato intellettuale umanista attento alle problematiche sociali, alle trasformazioni indotte dalla diffusione dei nuovi media e all’esplorazione della confluenza di tecnologie innovative e inediti contenuti. Trasferitosi in Gran Bretagna nel 1970, ha iniziato la sua carriera cinematografica come attore nel film Jaan Hazir Hai (1975) e in seguito in Toote Khilone (1978) e in alcune produzioni di Bollywood. Shekhar Kapur ha esordito alla regia nel 1983 col dramma familiare Masoom, e ottenuto un grande successo di pubblico nel 1987 con Mr. India. La consacrazione da parte della critica avviene però con Bandit Queen (1994), incentrato sulla figura di Phoolan Devi, una sorta di Robin Hood al femminile, perseguitata dalla polizia indiana e acclamata dal popolo. Dopo una serie di produzioni bollywoodiane, ottiene il riconoscimento internazionale con Elizabeth (1998), ispirato alle vicende della Regina Elisabetta I d’Inghilterra e candidato a sette premi Oscar, tra cui quello per la miglior attrice protagonista a Cate Blanchett. Nel 2002 è la volta di The Four Feathers (Le quattro piume), interpretato da Heath Ledger e Kate Hudson, rilettura in chiave anticolonialista dell’omonimo romanzo di Alfred Edward Woodley Mason. Elizabeth: The Golden Age (2007), secondo capitolo di quella che si configura ormai come una trilogia e che vede ancora Cate Blanchett nei panni della Regina Elisabetta I, ottiene nuovamente due candidature all’Oscar e successo di pubblico e critica. Nel 2009 Shekhar Kapur gira un episodio del film collettivo New York, I Love You, interpretato da Julie Christie, John Hurt e Shia LaBeouf. Sempre nel 2009 dirige Passage, cortometraggio incentrato sul ricongiungimento di tre sorelle (Lily Cole, Julia Stiles, Haley Bennett). Nel 2012 sta lavorando a Mallory, film biografico sulla figura di George Mallory e sulla sua ossessione di scalare l’Everest.

La Giuria internazionale di Orizzonti, sezione competitiva di lungometraggi e cortometraggi rappresentativi del cinema contemporaneo nelle sue diverse tendenze e componenti, è composta da 5 a 7 personalità del cinema e della cultura di diversi Paesi e assegnerà – senza possibilità di ex-aequo  – il Premio Orizzonti per il miglior film, il Premio Speciale della Giuria Orizzonti e il Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio.

La Giuria internazionale del Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, composta da 5 personalità del cinema e della cultura di diversi Paesi, tra i quali un produttore, assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni autonome e parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis e 100.000 dollari  messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore.

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