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Published on Marzo 8th, 2012 | by sally

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Dal 9 marzo “La sorgente dell’amore” di Radu Mihaileanu

Dopo aver ottenuto grande successo a livello internazionale due anni fa con “Il concerto”Radu Mihaileanu fa ritorno in sala con “La sorgente dell’amore”, in uscita domani 9 marzo. Questa la sinossi:

È una storia dei giorni nostri che si svolge in un piccolo villaggio situato da qualche parte tra l’Africa settentrionale e il Medio Oriente. Le donne vanno a prendere l’acqua alla sorgente in cima alla montagna, sotto un sole cocente. Lo fanno dalla notte dei tempi. Leila, giovane sposa, propone alle donne di fare lo sciopero dell’amore: niente più effusioni, niente più sesso fino a quando non saranno gli uomini a portare l’acqua al villaggio.

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Il regista rumeno ha diretto anche un’altra pellicola molto importante, “Train de vie“, considerato uno dei film più belli tra quelli che trattano il tema dell’Olocausto, vincitore di un David di Donatello, tra i tanti riconoscimenti ottenuti, come miglior film straniero.

Radu Mihaileanu ha spiegato com’è nata l’idea per “La sorgente dell’amore”, da sempre il regista si contraddistingue per un cinema impegnato:

Tutto ha avuto inizio con un fatto di cronaca avvenuto in Turchia nel 2001. Fin dalla notte dei tempi, le donne di un piccolo villaggio tradizionale andavano ogni giorno a prendere l’acqua alla sorgente in cima a una montagna vicina e la riportavano al villaggio in pesanti secchi colmi fino all’orlo che spezzavano loro le spalle. A seguito di una serie di incidenti, le donne decisero di prendere in mano il loro destino e iniziarono uno sciopero dell’amore per convincere gli uomini a costruire una rete idrica nel villaggio. All’inizio gli uomini non presero sul serio le donne e ci furono episodi di violenza. Le donne non si arresero e alla fine la diatriba fu risolta dal governo. A livello più metaforico, mi sono anche ispirato a Lisistrata di Aristofane, in cui una donna, di fronte all’indifferenza degli uomini, indice lo sciopero dell’amore per mettere fine alla guerra. Mi è parso un soggetto ricco di problematiche molto attuali.

Mihaileanu ha spiegato anche a quali condizioni ha deciso di girare il film e perché:

Essendo uomo, ebreo e francese, per molto tempo non mi sono sentito legittimato a parlare di una cultura che conoscevo poco, a maggior ragione perché sentivo che era essenziale abbordare questo tema dall’interno. Tuttavia, sono sempre stato convinto che il film avrebbe avuto un impatto più forte se inserito in un contesto musulmano, che ci avrebbe permesso di menzionare il Corano e l’Islam, due argomenti spesso poco conosciuti e oggetto di una serie di cliché e di fantasie. Per questo motivo ho innanzitutto cercato una regista di origini arabe in gradi di affrontare il progetto da un punto di vista più accurato. Non trovandola e avendo nel frattempo fatto mio l’argomento, mi sono lasciato convincere dai miei coproduttori a dirigerlo io, ma a due precise condizioni. Innanzitutto, ho insistito per avere a disposizione un periodo per documentarmi in cui potere, tra le altre cose, andare in alcuni villaggi e incontrare le donne che ci vivono: volevo avere il tempo di conoscere intimamente questa cultura per riuscire a coglierne tutte le sfumature e le angolazioni. In secondo luogo, mi sembrava essenziale girare il film in arabo, non solo per un’esigenza di autenticità e di sonorità, ma anche per evitare che i personaggi parlino la lingua dei colonizzatori. Era essenziale che anch’io adottassi il punto di vista di quella cultura e che cercassi di parlare con quella voce.

Anche se sarà distribuito in poche sale in Italia, il film del regista rumeno si appresta a suscitare l’interesse della critica. Vi diamo un piccolo anticipo con una nuova clip e le foto da “La sorgente dell’amore“, buona visione!

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