Recensioni Freud

Published on Aprile 3rd, 2020 | by sally

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Freud: la recensione della nuova serie di Netflix

Secondo me le cose sono andate così.

Sceneggiatori:

– Non è che dopo la Germania e il successo di “Dark” vogliamo fare una serie sempre dal retrogusto mitteleuropeo che sembri alternativa ma che non abbia nulla di originale, esattamente come “Dark”?

– Sì, ma in questo momento non mi viene in mente nulla di originale.

– Infatti, non deve essere originale, quindi non ti preoccupare. E poi c’è il barattolo dei soggetti casuali da cui peschiamo ogni volta un bigliettino ciascuno. Prima, però, chiudi gli occhi e scegli un punto a caso sulla carta geografica. Che ti è uscito?

– L’Austria.

– Poteva andarci peggio. A cosa ti fa pensare l’Austria?

– All’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este a Sarajevo?

– Pensavo più alla sacher.

– Anche, ma la sacher fa troppo Nanni Moretti. Pesca un bigliettino, dai. Che ti è uscito?

– “Mistero”.

– Bene, bene. Immagino già come verrà la color correction. Poi? Pesco io… “Indagini”.

– A me è uscito “fine Ottocento”. Peccato che non mi sia finito il dito sull’Inghilterra.

– Tanto ormai quelli sono fuori dai giochi. Mistero, fine Ottocento, mi viene voglia di fumarmi una pipa.

– Ho solo sigari qui, ne vuoi uno?

– Sei un fottuto genio! Sai a chi piacevano un sacco i sigari, in Austria?

– All’arciduca Francesco Ferdinando d’Arsburgo-Este ucciso a Sarajevo?

– No, a Freud. Potremmo fare un miscuglione con le atmosfere de “L’alienista” e “Sherlock Holmes” però con la psicanalisi e l’ipnosi. E poi ci facciamo suggerire qualche film horror dai nostri amici o vediamo quelli che cita Ryan Murphy in “American Horror Story”.

– Ma che figata! Anche se la storia della sacher…

– Lascia perdere la sacher. Poi ci buttiamo dentro un po’ di sano esoterismo, che non fa mai male.

– Mettiamo una tizia con le convulsioni che sputa e sbava in modo disumano e si contorce in modi strani e scricchiolanti? Così almeno rendiamo la serie vietata ai minori di 14 anni e la vorranno vedere ancora più persone.

– Ho detto esoterismo, non esorcismo. Però mettiamoli entrambi, mi sembra una buona idea.

– Vabbè sì, l’esorcismo è come il nero, sta bene un po’ su tutto, poi vedi tu. Ma com’è ‘sto Freud, è simpatico?

– No, certo che no. Non sta simpatico a nessuno. È bello e tenebroso, bistrattato dai colleghi, devastato dalla vita e dalla cocaina. Maledetto. Simpatico livello dr. House nella sua giornata peggiore, un genio incompreso che non disdegna le sedute spiritiche e che al posto del lupus diagnostica nevrosi.

– Ma l’attinenza storica?

– Eviterei, troppo impegnativa. Usiamola con moderazione, qualche rimandino giusto per non destabilizzare. Mettiamo gli ungheresi stronzi e cose così. E flashback come se piovesse, quelli piacciono un sacco e fanno movimento.

– Mi piace. Poi in effetti Freud non l’ha mai considerato nessuno. O meglio, tutti, ma non così. Tutti se lo immaginano seduto a guardare la gente sul divanetto che piange e ripensa al rapporto con la madre, mica uno così figo che con una mano in fronte ti fa lo stesso effetto di un francobollo di LSD. Cioè mi piace l’idea che appena uno ti sfiora ti manda in trance e rischia di far saltare il sistema politico prestabilito, di ‘sti tempi è roba audace.

– Poi ci butterei dentro anche la versione austriaca e senza carisma di Jessica Lange. E l’immancabile donzella in pericolo. Per non attirarci troppe critiche, però, la facciamo anticonformista. Un po’ come se Levante fosse nata a Vienna nell’Ottocento e avesse un’idea discutibile dell’igiene personale.

– Quindi basta che sia una tizia sempre spettinata. E al posto di suonare la chitarra, vomita.

– Secondo me dovrebbe esserci anche una figura militare traumatizzata dalla guerra che somatizza malissimo.

– Sì, sì, mettiamo pure quella. Però non zoppica.

– Oh, è una figata pazzesca. Ma perché non ci abbiamo pensato prima?

 

La prossima volta fatela una telefonatina a Fincher o a Pizzolatto.


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