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Published on Marzo 4th, 2014 | by sally

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La bella e la bestia: la recensione

La bella e la bestia: la recensione sally
Voto CineZapping

Summary: Una storia che aveva tutti i presupposti per ottenere grande successo ma sfruttata male: Vincent Cassel reso inespressivo e una trama poco approfondita.

1.5

Pessima rivisitazione


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In questi giorni nelle sale è arrivato “La bella e la bestia“, nuova rivisitazione tutta francese, opera del regista Christophe Gans, che si è avvalso della presenza di due attori come Léa Seydoux e Vincent Cassel.

Come sfruttare male due presenze così importanti: basta guardare questa pellicola per capire quali sono gli errori che un regista non dovrebbe assolutamente fare, soprattutto quando può permettersi due artisti che attirano non poco il pubblico.

Ma torniamo alla storia, prima di approfondire gli aspetti tecnici: siamo nel 1810 e Belle (Léa Seydoux) è la più giovane dei sei figli di un mercante caduto in disgrazia dopo il naufragio delle sue navi. Per dimenticare la vergogna e ricominciare una vita molto più umile rispetto a quella che conduceva, il mercante è costretto a trasferirsi in campagna con i suoi tre figli e le tre figlie, due delle quali ricordano molto le sorellastre antipatiche di Cenerentola, quest’ultima richiamata dal personaggio di Belle, che mette tutta la sua buona volontà nell’orto e si occupa della famiglia senza mai lamentarsi. Durante un viaggio, però, il padre di Belle scoprirà i tesori nel castello della Bestia (Vincent Cassel) rubando una rosa proprio per la figlia. Ma la Bestia lo condannerà a morte per il furto e Belle, sentendosi in colpa, deciderà di sacrificarsi al posto del padre.

Vincent Cassel

Vincent Cassel

Vivrà sola in un castello misterioso, cercando di scoprire i segreti della Bestia, che incontra ogni sera all’ora di cena, ma che cerca sempre di non farsi vedere in volto. Ogni notte Belle sogna il passato del suo padrone e scopre la vita di un principe decaduto, condannato al dolore. Sarà proprio Belle a liberare la Bestia dalla sua maledizione, scoprendo finalmente la forza dell’amore.

La storia di Christophe Gans aveva tutti i presupposti per ottenere un grande successo, a partire dagli attori. Il regista ha voluto avvalersi anche del CGI e di effetti speciali per dare un tocco fantasy alla storia, tra mostriciattoli e una foresta magica. Sugli effetti non c’è molto da dire, sono ben fatti, è tutto il resto della storia che non si regge in piedi e che non offre a nessuno dei due protagonisti la possibilità di mettere in mostra le proprie capacità. Vincent Cassel è limitato da un volto non suo e reso poco espressivo per la maggior parte del tempo, la Léa Seydoux acclamata per “La vita di Adele” invece è relegata nei panni della giovane ragazzina ingenua che improvvisamente trova il coraggio per diventare un’eroina. Una tendenza di questi ultimi anni, vista anche in “Biancaneve e il cacciatore“, in cui la donna prende in mano la situazione e non resta ferma in attesa di un principe che vada a salvarla, addirittura in questo caso è proprio Belle a salvare la Bestia.

Léa Seydoux

Léa Seydoux

La storia però scorre male, molti punti non vengono approfonditi, a partire dall’innamoramento tra Belle e la Bestia, che praticamente non viene raccontato, ma dato per scontato sul finale. Anche gli altri personaggi non vengono caratterizzati, alcuni di loro a volte sfiorano il ridicolo (vedi le sorelle di Belle) e non hanno alcuno spessore. E non ha spessore nemmeno la storia, affrontata in maniera forse un po’ troppo superficiale, per concentrarsi su degli effetti che non hanno la stessa efficacia senza una struttura stabile intorno.

La bella e la bestia” è senza alcun dubbio uno dei peggiori film che potrete trovare in sala in questi giorni, ve lo sconsigliamo vivamente.

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