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Published on Ottobre 11th, 2017 | by sally

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Teodora Film e il caso di “120 battiti al minuto”, arrivano i chiarimenti

“120 battiti al minuto” è un film di Robin Campillo, arrivato nelle sale italiane lo scorso 5 ottobre dopo essere stato acclamato dalla critica internazionale.

Ma fin da subito “120 battiti al minuto“, come tutte le opere che discutono tematiche importanti, ha diviso il pubblico e ha generato polemiche. L’ultima, in ordine cronologico, riguarda un Tweet pubblicato da Teodora Film. A seguito della scarsa affluenza nelle (poche) sale in cui il film è stato distribuito e il mancato appoggio della comunità LGBT, è esploso un vero e proprio caso social. “120 battiti al minuto” è ambientato a Parigi negli anni Novanta e tratta il tema dell’AIDS, dell’attivismo di Acts Up e della storia d’amore che nasce tra Nathan e Sean, attivista radicale. Il film di Campillo è la pellicola francese candidata per la corsa all’Oscar e ha conquistato il Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix, il Premio Fipresci e la Queer Palm. Acclamato dalla critica internazionale, in Italia il film è stato accolto poco calorosamente, passando quasi in sordina. Un gran peccato, considerata la storia che racconta e il messaggio che veicola.

La scorsa settimana la prima polemica era sorta perché il film in Italia è stato distribuito con divieto ai minori di 14 anni. Nel comunicato ufficiale, la casa produttrice Teodora Film ricorda che in tv va in onda di peggio. Impossibile dargli torto, proprio in quei giorni al “Grande Fratello VIP” se ne sono sentite di tutti i colori. Certo, Alfonso Signorini ha marciato sulla questione, rigirando parecchio la frittata, ma il risultato non cambia: in Italia l’omofobia è ancora un problema molto diffuso e c’è chi tende a sminuirlo. Sarebbe bello se tutti fossero informati e si interessassero a tematiche come questa, ma c’è anche un altro discorso da fare. Il film racconta una battaglia importante, ed è giusto prenderne le difes. Ma se tra le tematiche c’è di mezzo anche la rivendicazione della libertà sessuale, non sarà il caso di rivedere il modo di porsi nei confronti della libertà in generale? Per esempio, la libertà di scegliere di non vedere un film?

A seguito della scarsa affluenza nelle sale Teodora Film ha destato scandalo per un tweet contro la comunità LGBT:

Fiasco in Italia per #120BattitiAlMinuto che nel mondo riempie le sale: e anche la comunità LGBT diserta il film. Ve lo meritate Adinolfi.


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È partito il botta e risposta, molti hanno accusato la casa produttrice. Una mossa azzardata e sicuramente poco ponderata, che non ha fatto piacere agli spettatori, ha sollevato un gran vespaio ma con tutta probabilità non incrementerà il pubblico in sala. Dopo il caos che si è scatenato, Teodora ha rilasciato un comunicato, specificando che non si tratta di una lettera di scuse. L’atteggiamento polemico (comprensibile a seconda dei punti di vista) di Teodora Film si era già notato in un altro post in cui si sottolineava la delusione perché “120 battiti al minuto” non era stato distribuito a Napoli. Dopo aver ricevuto messaggi da parte di chi il film lo voleva vedere, la casa di produzione non si è limitata a dirsi dispiaciuta per l’accaduto ma ha sottolineato che da 5 settimane nelle sale della città (e non solo) vengono proiettati i film che vanno bene, che sono girati a Napoli e che quindi hanno la precedenza. Per chi non lo avesse capito, il riferimento è a “Gatta Cenerentola” e “Ammore e malavita”, entrambi hanno sbancato al botteghino.

Nel comunicato pubblicato da Teodora Film si legge:

Lo sguardo del regista su Act Up è anche il nostro su un capitolo della nostra storia. Che è – a rischio di sembrarvi retorici – un capitolo insieme esaltante e doloroso, fatto di battaglie vinte e di persone che non ci sono più, di gente che ha combattuto anche per chi allora era distratto, o non c’era ancora. Per la comunità, insomma, e noi ci sentiamo parte della comunità LGBT italiana: ed è proprio in virtù di questa appartenenza che a volte ci sentiamo in diritto di criticarla, di criticarci. Dall’interno, appunto: come accade da sempre nella vita politica, magari quando si perde alle elezioni, o al referendum, per “colpa” di qualche astenuto di troppo. Ma che c’entra la politica con il cinema? In fondo stiamo solo parlando di un film: ecco, no. Stavolta, per noi, non era – non è – solo un film: stavolta, come membri della comunità LGBT, crediamo che vedere 120 Battiti Al Minuto sia (anche) un atto politico, di riappropriazione di una pagina importante della nostra Storia collettiva, che ci ha permesso di essere ciò che siamo oggi.

Il lungo comunicato prosegue con alcune precisazioni (trovate la versione integrale qui), soprattutto quella sulla frase che più di tutte ha destato polemica:

Molti ci hanno rimproverato in particolare quella frase, “Ve lo meritate Adinolfi”, che voleva essere in primis un calco del celebre – e all’epoca contestato – “Te lo meriti Alberto Sordi” di Nanni Moretti. Ci dispiace che l’impersonalità di Twitter non abbia permesso di cogliere la sfumatura ironica. Su una cosa, però, non vogliamo che passi neanche l’ombra dell’ironia: nessuno, qui, si è mai sognato di augurare attacchi omofobi o discriminazioni a chicchessia.

Tutto chiarito, insomma. Quel che è successo è stato un modo ulteriore per portare all’attenzione degli spettatori e lettori argomenti così importanti. Magari la polemica desterà curiosità, magari non succederà ma per favore, Adinolfi no!

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