Recensioni 365 dni

Published on Giugno 21st, 2020 | by sally

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365 dni: la recensione del film erotico su Netflix

Secondo me le cose sono andate così. Cracovia, due sceneggiatori siedono sconsolati al tavolo di un bar e vedono passare un rinoceronte un ragazzino che indossa un paio di cuffie.

S 1: Oh, abbiamo un sacco di soldi da spendere, perché non facciamo un film?

S 2: Sì, ma che tipo di film? Guarda che la cosa più difficile in assoluto è scegliere il genere.

S 1: Non so, diamo un’occhiata a quelli che sono andati meglio negli ultimi anni. Vorrei fare capire che anche noi in Polonia siamo bravi a fare cinema.

S 2: Io credo che in giro ci sia ancora questa idea della Polonia come un posto triste e grigio.

S 1: Mi sembra un problema risolvibile. A proposito di grigio, hai visto quanto è andata bene la saga “50 sfumature”? Potremmo fare qualcosa di simile, hanno avuto fortuna pure i sequel e se va bene anche a noi magari ci scappa la trilogia. Ho trovato questo libro di Blanka Lipińska: lui la sequestra e le dà un anno di tempo per farla innamorare. Geniale, no?

S 2: Mi sento già Peter Jackson!

S 1: No, gli elfi non li mettiamo. Per il momento raccontiamo una storia deprecabile con la stessa classe della Maestra Lory Del Santo in “The Lady”. Ci servono delle manette, cose così. Magari li aggiungiamo nel prossimo gli elfi, vediamo come va.

S 2: Le manette, ma che cliché!

S 1: La gente vuole i cliché, diamoglieli! Deve esserci una storia d’amore tra uno che ha sta fissazione del sadomaso e una che sembra non capisca niente ma poi ci prende gusto.

S 2: Ah lo copiamo pari pari?

S 1: Così dice Blanka ma comunque no, ho preso appunti da altri film. Ti piacciono le feste in maschera?

S 2: Mi pare di averne vista una nella saga.

S 1: Sì ma io pensavo più a qualcosa di kubrickiano, con la psicanalisi à la Schnitzler.

S 2: La psicanalisi? C’è già Freud su Netflix e fa schifo. Facciamogli ballare il tango come quelli dello spot del Vecchia Romagna.

S 1: Bravo, mi hai ricordato che dobbiamo pensare anche alle musiche.

S 2: Le musiche. Le musiche… Che ne dici di quel ragazzino che sta passando sotto al balcone verde? Ha delle belle cuffie, sembra uno che se ne intende.

S 1: Hey tu, vieni qua! Sei appena stato reclutato per occuparti della colonna sonora di un film bellissimo.

S 2: C’è un mio amico che ci presta uno yacht per tre giorni.

S 1: Ottimo, col drone di mio cugino possiamo fare delle riprese magnifiche. Senti, cerchiamo di fare tutte le scene di sesso sullo yacht, già che ci siamo, che vengono meglio. Ho sempre voluto omaggiare Titanic in qualche modo.

Ragazzino con le cuffie: Io ho anche la canzone giusta!

S 2: Te l’avevo detto che mi sembrava uno che se ne intende, il ragazzino.

S 1: Ma lo yacht fa poco Polonia.

S 2: Hai ragione, ma perché non lo ambientiamo anche in un altro posto? Qual è un posto che piace un sacco?

S 1: A me piace un sacco l’Italia. Mio cugino ha degli amici in Puglia.

S 2: L’Italia! In Italia si mangia bene ed è pieno di mafiosi ma la Puglia fa poco mafia all’estero.

S 1: Vabbè possiamo anche girare a Danzica e dire ugualmente che è la Sicilia, che ne sanno le persone. Il cinema è finzione!

S 2: “Il Padrino” è uno dei miei film preferiti, sarebbe bello se il protagonista maschile gli somigliasse. Un Christian Grey-Corleone.

S 1: Ma quello che avete preso sembra più Fabrizio Corona.

S 2: Esatto, è perfetto.


Michele Morrone


S 1: Lei, lei chi è? Ha un’espressività a metà strada tra Gina Lollobrigida in collegamento con la d’Urso e Corinna Negri.

S 2: Bravissima, soprattutto quando deve fare quel sorriso timidino.

S 1: Ma come lo giustifichiamo un sequestro di persona e un tizio che le mette sempre le mani al collo. Lei non fa una piega?

S 2: Sì, muove le gambe per un po’, poi si innamora. Lei è una donna indipendente, fa business. Infatti dobbiamo metterci gli USA da qualche parte, per dare l’idea di business. Lei vive una relazione insoddisfacente con un buzzurro, ma è una donna forte. Indipendente l’ho detto? È così indipendente che sparisce nel nulla e nessuno la cerca. Ha così tanto successo che ottiene le promozioni al lavoro anche senza lavorare. Ti piace questa parrucca? Me l’hanno appena mandata dal set di “How to get away with murder“. Mia figlia ha fatto tinta, taglio e piega.

S 1: Tua figlia ha un futuro grandioso che la attende. Cosa studia?

S 2: Va all’asilo.

S 1: …Senti, ma lui non la fa proprio uscire dal suo castello?

S 2: Sì, dobbiamo farla uscire per forza perché, leggi qua, volevo inserire questo omaggio a Pretty Woman.

S 1: E che ne dici se tutti gli stylist e i parrucchieri del film sono gay che indossano vestiti dai colori sgargianti? Così facciamo vedere che anche in Polonia abbiamo fatto passi avanti.

S 2: Certo, Netflix non prenderebbe nessuna produzione se non ci fosse qualche forzatura stereotipata sugli omosessuali.

S 1: Non vedo abbastanza dramma, però. Questo ammazza gente ma non si vede abbastanza. Lavora ma non si vede abbastanza. Si vede solo che ha qualche problemino di dipendenza sessuale, ci serve la figura di un antagonista.

S 2: Ci ho già pensato. Hai presente Kim Basinger in Cinquanta sfumature?

S 1: Sì.

S 2: Lei non ha accettato il ruolo ma abbiamo preso una che ce la fa pari pari per 30 secondi a una cifra esorbitante. Abbiamo dovuto ridurre di un minuto le riprese intorno al grattacielo per colpa sua.

S 1: Allora non dobbiamo nemmeno sforzarci di lavorare sulla trama.

S 2: No no, appena un accenno, tanto il pubblico vuole vedere le scene di sesso. Facciamo proprio una cosa spinta, va bene? E poi la chiudiamo male male.

S 1: In che senso?

S 2: In tutti i sensi. Il finale deve spiazzare ma deve anche lasciarli con un interrogativo.

Ragazzino con le cuffie: “Ci sarà un secondo capitolo”?

S 2: Pensavo più a “ma perché ho guardato questa roba?” ma la tua idea mi piace di più. Oh, proprio bravo ‘sto regazzino.

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