Recensioni american horror story asylum poster chloe adam levine banner

Published on Ottobre 22nd, 2012 | by alessandro ludovisi

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American Horror Story Asylum: recensione prima puntata

American Horror Story Asylum: recensione prima puntata alessandro ludovisi
Voto CineZapping

Summary:

3.75

Film Grandioso


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Abbiamo visto la prima puntata di “American Horror Story Asylum” e queste sono le nostre prime impressioni.

America, oggi: Leo (Adam Levine) e Teresa (Jenna Dewan) sono all’ultima tappa della loro luna di miele “alternativa” nella quale hanno visitato alcuni dei luoghi più maledetti dgli Stati Uniti alla ricerca di una sana e adrenalinica avventura da brividi. Sono loro ad introdurci nella seconda e attesa stagione di “American Horror Story”, la serie ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk. Se nella prima stagione i due autori ci avevano spaventato a morte grazie alla angusta dimora losangelina abitata dalla famiglia Harmon (e non solo considerata la ingente quantità di “ospiti” non morti) risucchiata in una voragine horror fino al tragico epilogo, in queste nuove puntate abbiamo ancora un luogo infestato (un ospedale criminale) ma diversi personaggi e una trama assolutamente originale.

Nel prologo, come detto, troviamo una giovane coppia felice che si reca all’interno del Briarcliff Manor, una struttura costruita nel 1908 per il ricovero delle vittime della tubercolosi e divenuto in seguito un ospedale psichiatrico gestito dalla chiesa cattolica. I due sposini vengono sorpresi da una forza nel buio e a Leo viene strappato di netto un braccio…

America, 1964: Kit ( Evan Peters) lavora in una stazione di servizio, dove viene raggiunto da alcuni amici che intendono appropriarsi della sua pistola per andare successivamente  a minacciare un “nero”. Il ragazzo non cede alle minacce e dopo alcuni minuti scopriamo perché: Kit è da poco sposato con Alma, una ragazza di colore. Il problema è che siamo in un periodo della storia americana dove la diversità culturale e di pelle e di razza è molto poco tollerata. Durante la notte i due vengono aggrediti da una entità misteriosa e per noi sarà il secondo prologo della serie. Kit, rinominato Bloody Face e accusato di aver ucciso e scuoiato diverse donne, viene trasferito al Briarcliff in attesa di subire un processo che, se fosse ritenuto colpevole, lo condannerà alla sedia elettrica. Sulla storia di Bloody Face indaga anche la giornalista Lana Winters (Sarah Paulson), molto interessata a mettere in luce le discutibili modalità di cura dell’istituto  guidato da Sorella Jude (Jessica Lange) e dal monsignore Timothy Howard (Joseph Fiennes).

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American Horror Story Asylum

Nella prima stagione il tema della serie è stata l’infedeltà mentre in questa tutto ruoterà sulla sanità mentale e sull’ ingiustizia. Il tutto è assai stimolante se rapportato alla arretratezza culturale anni sessanta dove essere ninfomani o omosessuali o sposati con una persona di colore era considerato un grave peccato. In “American Horror Story Asylum”  la religione si mescolerà alla scienza   con alcune derivazioni fantascientifiche e horror che spazieranno dai rapimenti alieni agli esperimenti in perfetto stile nazista al classico mostro dalla faccia deforme misteriosamente “allevato” nei pressi del manicomio.

Una delle caratteristiche vincenti  di questa serie Made in Usa risiede nella intuizione degli autori che per ogni stagione presenteranno al pubblico una storia diversa sia come trama che come ambientazione. Nonostante ciò il cordone ombelicale con la prima serie non è stato tagliato e ritroviamo alcuni attori, con ruoli diversi, che avevamo già visto nella prima stagione da Evan Peters a Sarah Paulson, da Zachary Quinto a Jessica Lange. Un tentativo, quello di Murphy e soci, di fidelizzare il pubblico non ancorandolo però a una trama che con il passare delle stagioni si potrebbe rivelare ripetitiva. Alla fine di questa serie, infatti, tutti i misteri iniziali  (a proposito, nella sigla d’apertura, come già accaduto nella prima stagione, sono disseminati vari indizi su tematiche che verranno poi affrontate nelle prossime puntate) saranno risolti.

“American Horror Story Asylum” sembra poter convincere anche quest’anno i tanti fan: la recitazione è buona, il Briarcliff è decisamente un posto spaventoso e le tematiche sociali alternate con i topos del cinema horror possono garantire una certa maturità e briosità alla serie.

Voto prima puntata

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