Recensioni scena la casa

Published on Maggio 13th, 2013 | by alessandro ludovisi

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La casa: la recensione

La casa: la recensione alessandro ludovisi
Voto CineZapping

Summary:

3.75

Film Grandioso


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L’esordiente Fede Alvarez realizza il remake de “La casa”, celebre pellicola horror ideata nel 1981 da Sam Raimi.

Rispetto all’originale, girato da Raimi nel corso di un anno  e mezzo nel quale ha impegnato ogni weekend, “La casa” di Alvarez gode di un budget piuttosto ricco per una pellicola di genere horror, e si fregia della partecipazione di Raimi stesso e Bruce Campbell nelle vesti di produttori e della premio Oscar Diablo Cody alla sceneggiatura.  Il film segue uno schema classico con numerose citazioni e riferimenti pur ampliando la letteratura di riferimento con una sottotrama meno ironica ma al tempo stesso decisamente più splatter.

Trama

Cinque ragazzi decidono di passare un weekend in un vecchio casolare nel bosco per aiutare una di loro, Mia, ad affrontare un  faticoso processo di disintossicazione dalla droga. La ragazza, che ha già rischiato la vita in passato a causa di una overdose, si ricongiunge al fratello David dopo un allontanamento favorito dalla drammatica situazione famigliare con entrambi sconvolti dalla malattia e successiva morte della madre.  Completano il gruppo di “recupero”, Natalie, la fidanzata di David, l’infermiera Olivia ed Eric. La deriva psicologica e drammatica  d’inizio film viene ben presto abbandondata per lasciare spazio  a una violenta storia demoniaca splatter.

La casa

La casa

La pellicola originale

Per definizione gli horror sono stati per molti anni il giusto compromesso per attori e registi alle prime armi che per inaugurare la loro carriera cinematografica si affidavano a pellicole low budget che avevano come unico scopo quello di intrattenere il pubblico. Storie banali, messa in scena risicata e finali pressoché scontati hanno relegato il genere nel calderone dei B- movie con qualche rara eccezione per quelle pellicole che – sconfinando –  sono riuscite ad entrare nell’immaginario collettivo  sfiorando una sorta di immortalità cinematografica. Questo è il caso di Sam Raimi e del suo “La casa”, un horror girato tra mille difficolta (e un ingegno fuori dal comune che ha effettivamente garantito all’autore una luminosa carriera) e con un cast composto da amici del regista e attori sconosciuti. Il successo della pellicola, che comunque fu stroncata all’epoca dalla critica, convinse Raimi della bontà di un seguito con,  ancora una volta, il vecchio amico Bruce Campbell come protagonista. “L’armata delle tenebre”, terzo capitolo della saga, segna l’abbandono del progetto per il regista anche se l’idea originale venne sfruttata per numerosi sequel apocrifi.

Giudizio sul film

Nonostante le numerose voci che volevano Raimi e Campbell ancora insieme per un quarto capitolo della saga, il progetto è stato momentaneamente abbandonato in favore di un remake della pellicola  del 1981. La regia è stata affidata a Fede Alvarez, regista esordiente venuto alla ribalta grazie a un cortometraggio girato sul web e possiamo dire che la scelta è stata decisamente felice. Il regista uruguaiano, pur rimanendo fedele all’originale, e omaggiandolo grazie a numerosi riferimenti perfettamente intuibili dallo “spettatore perfetto”, dimentica l’ironia della trilogia raimiama per affidarsi a un violento e terrificante horror violentando  l’atmosfera complottistica degli autori di “Quella casa nel bosco” e ravvivando l’orrore immergendo – letteralmente – lo spettatore e i protagonisti del film in una cascata di sangue con sullo sfondo una realistica storia di demoni, di possessione e di lotta tra bene e male e tra natura ed uomo. Tra seghe elettriche, sparachiodi, fucili, mutilazioni e amputazioni autoinferte, Alvarez da vita a una incredibile orgia grandguignolesca affidandosi a una regia meticolosa e coraggiosa e  una fotografia dal brillante contrasto cromatico. Ogni ingranaggio funziona alla perfezione ed è funzionale al contesto, la sottotrama con i due fratelli in contrasto per vecchi attriti famigliari appare una novità così come la necessità di rinchiudersi in una “casa nel bosco” per necessità e non per far baldoria.

Unica nota dolente, un finale ben poco lineare che – nonostante un effetto visivo accecante – appare fin troppo ingarbugliato e indebitamente allungato.

Vi ricordiamo che il film, attualmente in programmazione nelle sale italiane, rientra tra le pellicole della Festa del Cinema ad ingresso ridotto

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